Coronavirus, vi portiamo tra le strade deserte di Wuhan e Pechino

Coronavirus, vi portiamo tra le strade deserte di Wuhan e Pechino
Diritti d'autore Charles Germain - Copyright: Charles Germain (26 January 2020)
Di Laura LlachLillo Montalto Monella
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Fabio, 24 anni, dipendente di Tik Tok a Beijing, dice che da quando è iniziata l'emergenza può lavorare alcuni giorni da casa ma "deve inviare in ufficio una relazione giornaliera con la nostra temperatura corporea e lo stato fisico in cui ci troviamo"

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Strade deserte, negozi chiusi e qualche auto: benvenuti nel cuore dell'epidemia di coronavirus in Cina. Questo video ⬆️, girato da un francese a Wuhan, mostra la realtà del vivere in una metropoli in quarantena.

Charles è atterrato due giorni prima della messa in atto delle restrizioni. "Wuhan è una città fantasma", afferma portandoci in giro per le strade deserte con una mascherina indosso. "Usciamo solo una volta ogni due o tre giorni, i supermercati sono aperti e non c'è vera e propria carenza di cibo. Siamo relativamente preoccupati, la maggior parte della gente la sta prendendo sul serio".

Oltre 50 milioni di persone rimangono bloccate fino a nuovo ordine del governo nella Cina centrale. "Non c'è davvero bisogno di farsi prendere dal panico, basta fare attenzione. E' difficile da credere, ma ora qui è abbastanza sicuro per noi", ha affermato Charles, domenica.

"Quando si va fuori, non ci sono grandi folle, quindi il rischio di entrare in contatto con le persone è molto basso, e la diffusione dei germi potrebbe essere limitata. Copro tutto il mio corpo, da capo a piedi. Potrebbe essere eccessivo, non so quanto sia efficiente, ma non voglio correre alcun rischio".

"Abbiamo disinfettato i vestiti con le salviette umidificate e cerchiamo di non entrare in contatto con cose che potrebbero essere infette, come le maniglie delle porte esterne".

Surreali anche le strade della capitale cinese

Fino a una settimana andava al lavoro al quartier generale di Tik Tok - un social network cinese con sede a Pechino - portava a spasso il cane due volte al giorno e parlava al telefono con i genitori ogni paio di giorni. Oggi Fausto Uriarte, spagnolo di 24 anni, vive in clausura nella sua abitazione a nord-ovest della capitale, ostaggio del virus che ha paralizzato il Paese.

"Ora parlo con i miei genitori tutti i giorni tramite Whatsapp, lavoro la mattina da casa e cammino per strada solo per portare fuori il cane", dice Fausto all'altro capo del telefono. Sono le tre del mattino, è rimasto sveglio per raccontare la sua storia a Euronews. "La mia famiglia è molto preoccupata e mi sta dicendo di tornare in Spagna".

"Mi sono spaventato solo una volta. Mi sono alzato, ho guardato il cellulare e ho visto che un amico cinese mi aveva scritto, dicendomi che aveva visto il mio indirizzo di casa al telegiornale. C'era un caso di coronavirus nel mio palazzo, era il mio vicino".

La città di Pechino non è in quarantena come Wuhan, ma Uriarte indica come il governo abbia preso ulteriori precauzioni e abbia consigliato alla gente di rimanere a casa. "Ci sono pochissime persone per le strade e i pochi che si vedono sono sempre super protetti, con le maschere". Già una settimana prima che venisse dichiarato l'isolamento di Wuhan, a Beijing già si iniziavano a prendere le prime misure cautelari. "Quando andavo al lavoro, l'azienda verificava la nostra temperatura in entrata e in uscita. Ora ci è stato proibito di andare in ufficio tutti i giorni e dobbiamo inviare un rapporto con la nostra temperatura corporea e lo stato fisico in cui ci troviamo".

Dobbiamo inviare al lavoro una relazione giornaliera con la nostra temperatura corporea e lo stato fisico in cui ci troviamo
Fabio Uriarte
Dipendente di Tik Tok

Alla porta del suo edificio, le autorità cinesi hanno appeso un cartello con una lista di misure da adottare per prevenire la diffusione del virus. La lettera specifica che, se le condizioni lo permettono, bisogna cercare di "vivere da soli o in una stanza singola e ben ventilata, cercando di mantenere il minor contatto possibile con la famiglia". Si consiglia di "evitare le feste e le attività di gruppo" e indossare la maschera per tutte le altre. "Consultare un medico con urgenza in caso di sintomi sospetti (tra cui febbre, tosse, mal di gola, dolori al petto, spossatezza)".

L'ambasciata spagnola, assicura Uriarte, non ha contattato né lui né gli altri spagnoli che si trovano nella sua stessa situazione: "Non faranno nulla per quelli come noi che non sono ad alto rischio. Hanno solo evacuato gli spagnoli che sono a Wuhan".

Le autorità cinesi hanno annunciato che l'8 febbraio il Paese dovrebbe "tornare alla normalità". Uriarte è un po' più scettico: "Vedremo cosa succederà, perché al lavoro siamo già stati avvertiti che dopo l'8 febbraio dovremo stare a casa per altre due settimane, quindi non torneremo alla normalità fino alla fine del mese".

La lettera appesa nel condominio di Fausto
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