Gli agricoltori di Chios, dove la politica sui migranti è deficitaria

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Gli agricoltori di Chios, dove la politica sui migranti è deficitaria

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Ormai la situazione è insostenibile nell'Isola di Chios. L'hotspot per l'identificazione dei migranti è affollato. Siamo nel villaggio di Chalkios, proprio nelle vicinnaze del centro di accoglienza e identificazione di chi sbarca. Ma ormai non c'è posto. E per questo, gli ultimi arrivati sono costretti a vivere in baracche e capanne, fabbricate alla bene e meglio nelle aree circostanti. 

Olte alle condizioni miserabile e precarie in cui i candidati all'accoglienza europea sono costretti a vivere, anche per gli agricoltori locali è un problema. Le aree circostanti erano, e sono, zone fertili, ormai di fatto sottratte a ogni genere di attività agricola. 

È una zona chiamata Kampohora, Kostas possiede dei piccoli appezzamenti ed è sconsolato: 

"è dura. Ci sono furti, i nostri campi sono pieni di escrementi umani, non possiamo far crescere le nostre piante. I nostri terreni attorno all'hotspot sono stati occupati. Non possiamo più lavorare lì".

E le difficoltà non riguardano solo i mezzadri. Anche i proprietari terrieri vedono le loro proprietà in rovina, se non addiritura bruciate.

È il caso di Sergios Marinos, pensionato e piccolo proprietario terriero, che dice:  

"hanno incendiato tutto. La rete, il tetto, qualsiasi cosa, tranne gli oggetti metallici. Nessuno mi ha detto cosa sia successo e perché. Non capisco. Se se ne andranno, come dice il governo, lo ricostruirò"

Il rappresentate del villaggio, Vasilis Vigkas spiega la situazione dal punti di vista delle autorità locali: 

"Chalkeios, ha dovuto sopportare da solo il peso della crisi che ha colpito l'isola, ma la situazione non può andare oltre. Non ce la facciamo più. Non possiamo occuoparci dei nostri raccolti, e c'è un senso di insicurezza crescente. Ci sono stati molti furti nella zona, la gente è preoccupata e spaventata. La prima cosa che facciamo quando ci alziamo ogni mattina, è controlare i nostri terreni, i nostri animali, vedere se tutto è in ordine, e poi possiamo cominciare la nostra giornata"

L'hotspot occupa quaranta acri, mentre secondo Vigkas, i terreni violati ammontano a ottanta acri.

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