Riso amaro in Europa: il paradosso del cadmio

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Di Diego Giuliani
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Da Bruxelles la proposta di dimezzare le soglie tollerate. Altolà dell'Ente Nazionale Risi: "Visione parziale. Aumenterebbe la presenza di arsenico e peggiorerebbe la sicurezza alimentare". All'origine del paradosso le opposte reazioni dei due contaminanti alle pratiche agronomiche

Ambiente, uso dell'acqua e incremento dell'arsenico. Il possibile prezzo dei tagli

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Un riso amaro sull'Europa. E' quello che, stando all'Ente Nazionale Risi, potrebbe disegnarsi sul volto di consumatori e produttori se passasse la proposta di Bruxelles di dimezzare la soglia di cadmio attualmente autorizzato nel riso. Negativo, denunciano, l'impatto che l'iniziativa avrebbe su qualità del prodotto, rispetto dell'ambiente e filiera produttiva. Marco Romani è il responsabile del dipartimento di agronomia del Centro di ricerche sul riso dell'Ente Nazionale Risi. "Sia per gli aspetti ambientali relativi alle emissioni di metano in atmosfera - ci dice - che per un uso razionale dell'acqua, quello che stiamo cercando di implementare è l'opportunità di cicli di asciutta in determinate fasi del ciclo colturale". 

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Cadmio e arsenico: il paradosso di due contaminanti agli antipodi

Vero problema, dicono sempre dall'Ente Nazionale Risi, è soprattutto l'opposta reazione di cadmio e arsenico alle diverse pratiche agronomiche.Privilegiando le colture in gergo definite "in asciutta" aumenta la presenza del primo ma si riduce quella del secondo. Opposto, il risultato che si ottiene invece puntando sulla "sommersione". Riducendo l'uno, insomma, si aumenta automaticamente il secondo. Con il paradossale rischio che il rispetto dei nuovi parametri europei induca l'incremento di un elemento cancerogeno come l'arsenico. "Se dovessimo adeguarci a un'ulteriore limitazione della presenza del cadmio - ci dice ancora Marco Romani - le pratiche agronomiche andrebbero a sfavore di quelle dell'arsenico. Quindi, complessivamente, la situazione di sicurezza alimentare per il riso peggiorerebbe". 

Copyright: AP Photo/Heng SinithHeng Sinith

"Serve un approccio complessivo". L'appello dell'Ente Nazionale Risi a Bruxelles

Le pratiche promosse negli ultimi anni dall'Ente Nazionale Risi hanno privilegiato un delicato mix tra fasi di "asciutta" e di "sommersione" al fine di equilibrare la presenza dei due contaminanti. Risultato: un drastico abbassamento dell'arsenico, pagato con un incremento del cadmio contenuto, ma al di sopra della soglia di 0,10 mg/kg ora proposte da Bruxelles. All'interrogativo sul perché tali considerazioni non siano state prese in considerazione dalle istituzioni europee, Marco Romani risponde formulando un'ipotesi: "Credo che l'approccio della Commissione Europea - ci dice - sia nei confronti di uno o dell'altro di questi due contaminanti, considerati in maniera indipendente. Viste le strette relazioni che ci sono fra i due contaminanti, quanto si dovrebbe invece fare è una valutazione a livello complessivo". Prossima tappe ora annunciate dall'Ente Nazionale Risi, l'invio a Bruxelles degli studi che ha realizzato. Obiettivo: convincere Commissione e interlocutori europei della necessità di un approccio che tenga conto di relazioni e impatto complessivo dei contaminanti.

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