Davos 2020: il divario economico "di genere" si colmerà nel 2277

Davos 2020: il divario economico "di genere" si colmerà nel 2277
Diritti d'autore Mohamed Hassan - Pixabay
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Secondo il "Global Gender Gap Report 2020" del Forum Economico Mondiale di Davos, al ritmo attuale ci vorranno addirittura 257 anni perché il divario economico "di genere" si riduca completamente.

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Un dato impressionante.
Secondo il "Global Gender Gap Report 2020", al ritmo attuale ci vorranno addirittura 257 anni (si arriva al 2277) perché il divario economico "di genere" si riduca completamente.

Il rapporto rileva che, nonostante il gap sia stato ridotto negli ultimi anni, i progressi stanno rallentando: basti pensare che l'anno scorso era stato stimato che, per raggiungere, la piena parità ci sarebbero voluti 202 anni.
Ora sono già diventati 55 in più!

Il World Economic Forum di Davos misura il divario economico di genere fin dal 2006.
Oltre alle questioni economiche, il rapporto prende in considerazione anche la politica, l'istruzione e la salute.
Le cifre sono più incoraggianti nelle ultime due categorie rilevate (istruzione e salute), in cui è stata raggiunta la parità rispettivamente al 96,1% e al 95,7%.

A livello globale, il 45% delle donne in età lavorativa non è presente sul mercato del lavoro, contro il 22%.
Le donne che lavorano ricevono in media il 60% di quanto guadagnano gli uomini, a parità di lavoro.
Ci sono ancora 72 paesi in cui alle donne viene impedito di aprire un conto in banca o di ottenere un credito.

Anche l'accesso alle professioni del futuro è un problema per le donne.
Mentre nel settore "persone e cultura" le donne rappresentano il 65% dei lavoratori, solo il 12% dei lavoratori del "cloud computing" e solo il 15% degli ingegneri sono donne: una situazione che potrebbe vedere un aumento del gap economico nel suo complesso negli anni a venire.

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La rappresentanza politica: il più grande divario "di genere"

Delle quattro aree studiate dal rapporto, il campo della politica rappresentenza la maggiore differenza "di genere".
Per quanto riguarda i rappresentanti eletti, al ritmo attuale mancano ancora 95 anni per vedere un ugual numero di uomini e donne seduti in Parlamento e ben 85 Paesi dei 153 trattati nel rapporto (Italia compresa) non hanno mai avuto un capo di governo donna.

Tuttavia, il divario "di genere" nell'empowerment politico ha visto il miglioramento più significativo di tutte e quattro le aree studiate, dal 2006 ad oggi, con un miglioramento di 1,8 punti percentuali rispetto al 2018.

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Paesi nordici: la regione scandinava è alla guida della "riscossa"

Il gap di genere varia notevolmente a seconda della zona.
Mentre ci vorranno "solo" 54 anni perché l'Europa Occidentale riesca a colmare il divario al suo ritmo attuale, la parità in Nord America è ancora molto lontana: 151 anni!

Per l'undicesimo anno consecutivo, l'Islanda è in cima alla lista dei paesi più vicini alla parità tra i sessi, seguita da Norvegia, Finlandia e Svezia.

All'altro estremo della classifica, lo Yemen è risultato avere i peggiori tassi di parità tra i sessi, con l'Iraq penultimo e il Pakistan terzultimo.

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Come il Forum Economico Mondiale sta affrontando il divario "di genere"

"Fairer Economies" è uno dei sette temi che verranno trattati quest'anno al summit annuale dei leader mondiali di Davos.

In questo 50° appuntamento, in programma dal 21 al 24 gennaio 2020, il Forum si impegnerà a raddoppiare la partecipazione femminile all'evento entro il 2030, migliorando la rappresentanza delle donne nei vari gruppi di interesse.

Il World Economic Forum di Davos ha altresi implementato "Closing the Gender Gap Accelerators", un programma che incoraggia un'azione coordinata tra i ministeri competenti e i datori di lavoro. L'obiettivo è quello di dare alle donne l'accesso a più posizioni di leadership, di colmare il divario salariale e di dare loro le competenze necessarie per i posti di lavoro del futuro.

Il Forum di Davos sta attualmente lavorando in collaborazione con nove paesi per creare tali acceleratori e prevede di averne in totale 15 entro la fine del 2020.

Risorse addizionali per questo articolo • EDIZIONE ITALIANA: CRISTIANO TASSINARI

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