Francia: dopo 35 giorni di sciopero, riprendono le trattative Macron-sindacati

"Nessuna tregua fino al ritiro del governo".
"Nessuna tregua fino al ritiro del governo". Diritti d'autore Euronews
Di Anelise Borges
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Dopo un'altra manifestazione carica di tensione per le strade di Parigi, dopo 35 giorni di sciopero contro la riforma delle pensioni, oggi riprendono le trattative tra Macron e i sindacati. Ma ad alimentare le proteste sono tornati i "Gilet Gialli".

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PARIGI (FRANCIA) - Parigi continua la sua protesta. Tutta la Francia protesta.
Tensione alle stelle nelle capitale francese prima della manifestazione di giovedi contro la riforma delle pensioni.
La polizia ha usato i gas lacrimogeni. I manifestanti hanno risposto con insulti e minacce.

Dal 5 dicembre la Francia è sommersa da una crisi sociale innescata dalla decisione del Presidente Emmanuel Macron di riformare il sistema pensionistico del paese. Una riforma che danneggia tutti, dicono i manifestanti. Soprattutto le generazioni future.

Dice uno dei manifestanti: "Lavoratori del settore pubblico e privato: siamo tutti qui per far sì che il governo ritiri questo progetto ingiusto che consiste nel ridurre i diritti dei lavoratori".

L'âge pivot: il pomo della discordia

Al centro delle proteste soprattutto l'âge pivot, l'età "cardine", 64 anni, considerata dal primo ministro Edouard Philippe che l'ha proposta come un crocevia fondamentale della riforma delle pensione.
Chi intende programma la propria pensione in Francia è doveroso ricordare che:

- al di sotto dei 64 anni, la pensione di vecchiaia sarebbe ridotta (malus);

- al di sopra dei 64 anni, la rendita di vecchiaia verrebbe aumentata (bonus).

L'età di 64 anni è perciò l'età a cui si applicherebbe il valore normale della pensione, per questo il governo parla ancora dell'età di "tasso pieno", anche se l'espressione è discutibile.

L'âge pivot è tra gli aspetti tecnici più controversi.
L'introduzione di un'età cardine sarebbe sfavorevole per le persone che hanno iniziato a lavorare precocemente e che avrebbero diritto ad andarsene in pensione a pieno regime, con il vecchio sistema, all'età di 62 anni. La riforma comporterebbe una perdita netta dell'importo della loro pensione o li costringerebbe a prolungare la loro attività lavorativa. Al contrario, il governo sostiene che questa regola sarebbe più favorevole alle persone che hanno iniziato a lavorare in ritardo o con una carriera frammentata: non dovrebbero più necessariamente aspettare fino all'età di 67 anni per avere diritto a una pensione non ridotta.

PER SAPERNE DI PIÙ ➡️ Cos'è l’âge pivot?

Sono tornati i "Gilet Gialli"

Molti dei manifestanti che hanno partecipato a questa quarta grande manifestazione contro la riforma delle pensioni indossava il famoso "gilet giallo": la rabbia che ha generato uno dei più grandi movimenti sociali che le strade di Francia abbiano mai visto non si è ancora spenta

Uno dei leader dei "Gilet Gialli", Eric Drouet, dichiara:
"È molto grave: 35 giorni di sciopero e nessuna risposta dal governo. È completamente chiuso e ostile".

Euronews
Eric Drouet durante l'intervista.Euronews

"Vogliamo una vita migliora ora!"

Un altro dei leader, Jerome Rodrigues, spiega in maniera più approfondita il perchè della protesta.

"Oltre la riforma delle pensioni, vogliamo una vita migliore ora. Perché si parla molto di pensione, ma la pensione è il futuro. Siamo scesi in strada più di un anno fa perché temevamo non la fine del mondo ma la fine del mese...e le cose sono le stesse ora, forse anche peggio! Quindi invece di lottare per la fine della nostra vita, lottiamo perché la gente possa vivere meglio ora, in questo momento, perché i lavoratori siano riconosciuti e pagati in base al loro lavoro".

Euronews
Jerome Rodrigues, con una telecamera GoPro sul berretto.Euronews

I nuovi negoziati sbloccheranno la situazione?

Commenta la corrispondente da Parigi di Euronews, Anelise Borges:
"L'alto numero di persone che hanno protestato per le strade di Parigi rischia di alzare la posta in gioco nelle trattative che dovrebbero riprendere questo venerdì. Molti sperano che questa tornata di negoziati possa finalmente sbloccare la situazione di stallo e segnare la fine di una crisi che è già costata alla Francia - e ai francesi - milioni di euro".

Risorse addizionali per questo articolo • Edizione italiana: Cristiano Tassinari

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