TurkStream: cosa c'è da sapere sul nuovo gasdotto appena inaugurato

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Di Jasmin Bauomy
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Inagurato l'8 gennaio a Istanbul, porterà il gas russo in Europa attraverso il Mar Nero e la Turchia

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Il gasdotto TurkStream, inaugurato ieri a Istanbul nel corso di una cerimonia a cui hanno partecipato Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin, rappresenta un successo geopolitico per la Russia ed uno economico per la Turchia.

Nonostante gli sforzi europei per diversificare le fonti energetiche, molti Paesi europei sono ancora dipendenti dal gas russo. Con il nuovo gasdotto questa dipendenza non verrà meno, per la gioia di Putin.

La ciliegina sulla torta per il Cremlino è rappresentata dal fatto che il nuovo gasdotto non transiterà in Ucraina, con la quale la Russia è in conflitto dal 2014. La Turchia nel frattempo è diventata un importante hub del gas nella regione.

Tutto questo avviene sullo sfondo delle campagne di disinformazione russa in Occidente, delle sanzioni europee contro la Russia per l'annessione della Crimea e delle guerre in Libia e Siria, dove Turchia e Russia sostengono fazioni opposte.

Ecco alcune delle cose più importanti da sapere su TurkStream.

Dove si trova?

TurkStream ha sostituito il progetto South Stream e segue più o meno lo stesso percorso. Il gasdotto, costituito da due condotte parallele, parte dalla stazione di Russkaya, vicino ad Anapa, in Russia, attraversa il Mar Nero (230 chilometri in acque russe e 700 in acque turche) e arriva fino Kıyıköy, a nord-ovest di Istanbul.

Da Kıyıköy la prima linea continua fino al centro di distribuzione di Lüleburgaz e da qui prosegue fino a Ipsala, al confine tra Turchia e Grecia. La seconda linea va da Kıyıköy a Malkoçlar, al confine tra Turchia e Bulgaria, e qui si allaccia al sistema già esistente di gasdotti trans-balcanici.

La linea ha una capacità di 31,5 miliardi metri cubi all'anno di gas naturale. Le tubature, che si trovano in profondità fino a 2.200 metri, sono state prodotte da aziende tedesche, russe e giapponesi.

Quanto è costato?

Il costo del progetto è stato inizialmente stimato in 11,4 miliardi di euro. Ma secondo le stime degli analisti della più grande banca commerciale russa, la Sberbank CIS, il costo effettivo - considerando le infrastrutture a terra - è probabilmente superiore del 160% rispetto alle cifre ufficiali.

TurkStream ha sostituito South Stream. Sergei Kapitonov, analista presso lo Skolkovo Energy Center di Mosca, ha detto a Euronews che, prima che il progetto venisse abbandonato, erano già stati costruiti enormi corridoi per trasporto del gas attraverso la Russia ed erano già state ordinate le tubature per la parte offshore.

"Quando il progetto è fallito - spiega Kapitonov - Gazprom, colosso russo dell'energia, ha dovuto fare una scelta: rinunciare al progetto e perdere i propri investimenti oppure puntare su un gasdotto a capacità ridotta: il progetto iniziale di South Stream infatti aveva una capacità doppia rispetto a TurkStream".

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Guardando i costi si potrebbe supporre che né TurkStream né Nord Stream siano progetti economici, ma piuttosto politici. Tra le principali motivazioni della Russia c'era quella di trovare un'alternativa ai gasdotti che passano in Ucraina, visti gli ovvi problemi legati al conflitto scoppiato nel 2014. È proprio per ovviare a questo problema che sono stati progettati i gasdotti Nord Stream, Nord Stream 2 e TurkStream.

"Fino a poco tempo fa questa strategia poteva essere considerata in qualche modo una 'punizione' nei confronti dell'Ucraina - afferma Kapitonov -. Ma non è più così dopo il contratto quinquennale per il transito del gas firmato con l'Ucraina il mese scorso. Oggi si tratta piuttosto di un'opportunità data la crescente richiesta di gas in Europa".

Quali saranno i benefici di TurkStream per i consumatori?

Considerando il costo del progetto e l'elevata dipendenza dell'Europa dal gas russo, i consumatori potrebbero chiedersi se ci saranno dei cambiamenti nelle loro bollette del gas.

Il nuovo gasdotto ottimizzerà i costi di trasporto, ma non per tutti. Secondo Kapitonov, "per alcuni clienti la distanza di trasporto aumenterà, per altri diminuirà. Alcuni paesi come l'Ucraina, la Moldavia, la Romania perderanno i ricavi legati al transito del gas, mentre aumenteranno per la Turchia".

Questo però non significa che il gas diventerà necessariamente più costoso per alcuni. I contratti, spiega Kapitonov, sono di solito a lungo termine (alcuni scadranno nella metà degli anni '30). "Molti dei contratti di Gazprom hanno già un prezzo basato sugli hub europei del gas e la loro quota crescerà in futuro".

Chi ci guadagna? Chi ci perde?

Come in ogni grande progetto energetico anche per TurkStream ci sono vincitori e vinti.

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Tra i vincitori, sottolinea Kapitonov, ci sono i Paesi che hanno partecipato alla costruzione e all'ampliamento del gasdotto come Russia, Turchia, Bulgaria e, in certa misura, anche la Serbia.

TurkStream non sarà invece un buon affare per Polonia, Slovacchia e alcuni Paesi Baltici, che saranno privati delle tariffe di transito visto che l'importanza dei gasdotti che passano per l'Ucraina perderanno progressivamente importanza.

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Quali conseguenze per la sicurezza energetica dell'Europa?

Gazprom fornisce circa il 40% di tutte le importazioni europee di gas attraverso tre grandi gasdotti: Nord Stream 1, un secondo gasdotto che attraversa l'Ucraina e un terzo attraverso la Bielorussia.

Il suo principale cliente europeo è la Germania, a cui Nord Stream fornisce un terzo del gas naturale consumato nel Paese. La Germania sta attraversando una fase di transizione energetica e ha puntato sul gas russo per ridurre la dipendenza da carbone ed energia nucleare.

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Secondo Kapitonov l'Europa dipende in "larga misura dall'importazione di gas da paesi terzi, come Norvegia, Russia, Qatar, Algeria o Stati Uniti. Due terzi del suo consumo di gas proviene dall'estero". Inoltre si prevede che, a partire dall'anno appena concluso, il consumo di gas nel continente crescerà ulteriormente.

Questo aumento dei consumi, dice Kapitonov, sarà accompagnato da una diminuzione della produzione interna, che rappresenta un terzo del totale.

"Entro il 2022 - dice Kapitonov - il giacimento di gas di Groningen, che è stato la culla dell'industria del gas in Europa, sarà definitivamente chiuso. La produzione di gas in Norvegia si è stabilizzata ed è in continuo calo nel Mare del Nord (Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Germania).

La crescente domanda di gas, ma soprattutto il calo della produzione interna, sono i due fattori che a medio termine faranno aumentare ulteriormente le importazioni. Il che porta alla domanda principale: a chi si rivolgerà l'Europa per ottenere questo gas, alla Russia o ad altri mercati?

Il blocco in Qatar imposto dall'Arabia Saudita rischia di compromettere le vie di approvvigionamento ai clienti in Europa. TurkStream offre ai paesi europei un'alternativa nel caso in cui ciò dovesse accadere.

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Alcuni critici ritengono che il Cremlino non stia usando TurkStream solo per aggirare il problema con l'Ucraina, ma anche e soprattutto per aumentare la sua influenza nel continente, rendendolo ancora più dipendente dalle sue risorse energetihe. L'organo di controllo energetico dell'Unione Europea ha dichiarato nel marzo 2019 che il nuovo gasdotto danneggerà la concorrenza nella regione.

Regole anti-monopolio

In ogni caso i paesi europei non sembrano preoccuparsi troppo dei rischi. TurkStream opererà nell'UE, il che significa che Gazprom dovrà conformarsi alle regole europee anti-monopolio.

Una di queste regole stabilisce che le aziende energetiche non possono possedere infrastrutture di transito e vendere gas attraverso di esse allo stesso tempo. In breve: Gazprom non può costruire il gasdotto e rifornirlo allo stesso tempo, motivo per cui che alcuni Paesi balcanici stanno partecipando alla costruzione degli ampliamenti.

C'è il pericolo che la Russia possa interrompere la fornitura di gas all'Europa?

Considerando la dipendenza dell'Europa dal gas naturale russo, resta da chiedersi se la Russia interromperà mai la fornitura di gas, così come ha fatto in Ucraina negli anni 2000 per questioni di debito.

Per Kapitonov è molto improbabile che ciò accada: "Sarebbe un suicidio per la Russia interrompere la fornitura di gas all'Europa, dato che la Russia dipende in da questi ricavi". Kapitonov sottolinea che le vendite di gas naturale in Europa rappresentano circa il "15% di tutti i ricavi delle esportazioni russe".

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Inoltre il mercato del gas nel continente è cambiato nell'ultimo decennio. Oggi, sottolinea Kapitonov, l'Europa è attrezzata per sostituire completamente il gas russo con gas naturale liquefatto (GNL) proveniente dai mercati globali.

Come cambieranno le relazioni tra Turchia e Russia?

Turchia e Russia hanno un rapporto piuttosto complicato, che può cambiare rapidamente, soprattutto dal punto di vista militare. I Paesi sostengono fazioni opposte in Siria e Liba, ma hanno legami economici estremamente forti.

La pianificazione e la costruzione di TurkStream è stata temporaneamente interrotta quando la Turchia ha abbattuto un caccia russo nel novembre 2015. Dopo un periodo di tensione, il ripristino delle relazioni diplomatiche nell'estate del 2016 ha fatto da preludio alla firma di un accordo sul gasdotto nell'ottobre dello stesso anno.

I lavori di costruzione sono ripresi ufficialmente nel maggio 2017 e sono terminati questo mese. Secondo Kapitonov "ci sono persone al potere da entrambe le parti che scommettono seriamente su un'alleanza strategica tra Russia e Turchia. Se tale alleanza si concretizzerà è una questione molto interessante".

Kapitonov ritiene che "la Turchia veda nella Russia un alleato nelle sue relazioni politiche con l'Unione Europea e il mondo arabo, mentre dal punto di vista energetico Ankara si avvia a diventare un hub del gas. Il controllo dei flussi di gas può fornire significativi benefici finanziari al Paese".

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Non male per un Paese che non ha quasi nessuna riserva energetica e ne importa la maggior parte.

Kemal Kirisci, direttore del progetto Turchia al Brookings Institution, un centro di ricerca senza scopo di lucro, ha detto a Euronews che "è nell'interesse della Russia che la Turchia possa continuare a importare gas naturale e pagarlo". Il Cremlino inoltre mira a mantenere un rapporto con la Turchia che "gli consenta, per quanto possibile, di allontanare la Turchia dalla Nato e dall'Unione Europea. Ma soprattutto dalla Nato".

Cosa c'entra l'Ucraina in tutto questo?

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che TurkStream faccia parte del piano della Russia per bypassare l'Ucraina, che attualmente è la principale via di transito per le forniture di gas all'Europa.

Nel 2014 Gazprom ha interrotto le forniture di gas all'Ucraina per via di un debito non pagato. I nuovi gasdotti russi hanno avuto un effetto sull'Ucraina e sulle entrate legate al transito del gas. Transito che è diminuito di circa il 40% tra il 2011 e il 2014, dopo l'entrata in funzione del gasdotto Nord Stream 1, ma che nel 2017 era già tornato quasi ai livelli pre Nord Stream 1.

Tuttavia la creazione di rotte alternative ha creato delle opportunità per l'Ucraina. Il Paese non importa direttamente gas russo dal 2015. Le sue importazioni provengono invece dall'Europa attraverso la Slovacchia, l'Ungheria e la Polonia.

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Alla fine dello scorso anno, proprio quando gli accordi con la Russia stavano per scadere, entrambi i Paesi hanno finalizzato diversi contratti per garantire che il gas russo possa ancora transitare verso l'Europa. Questi contratti permetteranno all'Ucraina di ottenere almeno 7 miliardi di dollari in pagamenti di transito dalla Russia nei prossimi cinque anni.

L'accordo ha allentato i timori europei di un'interruzione delle forniture di gas russo. L'amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, ha descritto l'insieme degli accordi come un "grande pacchetto che ha ripristinato l'equilibrio degli interessi tra le parti".

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