In un tweet, il Presidente statunitense ha minacciato di colpire 51 siti iraniani, "già nel mirino", in caso di ritorsioni da parte di Teheran
I manifestanti scendono in strada a Washington e tutto il resto degli Stati Uniti, per protestare contro l'assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani e le manovre belliche preparate dall'amminsitrazione Trump.
Circa 200 persone si sono radunate di fronte alla Casa Bianca esponendo cartelli e scandendo slogan pacifisti. Lo stesso è accaduto a Chicago di fronte alla Trump Tower, uno degli edifici simbolo del presidente statunitense.
E intanto Donald Trump ha minacciato dure ritorsioni se Teheran dovesse reagire alla morte del generale. "Abbiamo già 52 siti iraniani nel mirino - scrive in un tweet - molti di grande importanza per la cultura iraniana, uno per ogni ostaggio americano preso dall'Iran molti anni fa. E queesti bersagli saranno colpiti in maniera molto dura e rapida. Gli Stati Uniti non accetteranno ulteriori minacce".
Prosegue intanto il dispiegamento di forte verso il Medio Oriente: a Fort Bragg, in North Carolina, aerei carichi di equipaggiamento e soldati dell'82esima aviotrasportata continuano a decollare verso il Kuwait.
I militari andranno a unirsi ai 650 effettivi già dispiegati questa settimana, dopo l'attacco all'ambasciata statunitense a Baghdad. Altri 2.900 soldati il Dipartimento della difesa prevede di inviarli nei prossimi giorni, per un totale di 3.500 nella regione.