Kosovo: fumata nera in parlamento, nessun accordo di governo

Kosovo: fumata nera in parlamento, nessun accordo di governo
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Di Paolo Alberto ValentiEloisa Covelli
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I due partiti vincitori non si sarebbero accordati sul nome del prossimo presidente

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Prima fumata nera per il nuovo governo in Kosovo. La prima sessione del Parlamento ha eletto lo speaker, ma non si è trovato nessun accordo sul governo. I due partiti politici vincitori non sono riusciti a creare una coalizione perché non c'è convergenza sul nome del presidente, il cui mandato scade nel 2021. Dalle elezioni anticipate di ottobre è risultato vincitore di pochissimo Albin Kurti (che quindi dovrebbe essere il futuro primo ministro) con il suo Movimento per l'autodeterminazione. Il suo partito ha preso 29 dei 120 seggi dell'emiciclo, in leggero vantaggio rispetto alla Lega Democratica del Kosovo (LDK) che ne ha 28.

Le dimissioni dell'ex primo ministro

Si sono svolte le elezioni anticipate perché l'ex primo ministro Ramush Haradinaj si è dimesso perché è stato convocato dalla corte olandese per essere interrogato su presunti crimini durante e dopo la guerra del 1998-1999.

Sotto l'impulso dell'Unione europea

Entrambe le formazioni sono state sollecitate dall'Unione europea e dagli Stati Uniti a formare rapidamente il prossimo governo. L'ex presidente del parlamento Kadri Veseli, leader del PDK, si era detto fiducioso sull'avvio della nuova legislatura con una rinnovata stagione politica per il paese. "Il Partito Democratico (PDK) - ha detto - sarà all'opposizione, speriamo presto di avere nuove istituzioni".

Corruzione e criminalità organizzata: le due grandi sfide

I due partiti dovrebbero governare assieme e la sfida è quella di portare il popolo fuori dalla povertà, migliorando l'economia e sconfiggendo la corruzione e la criminalità organizzata. Secondo la relazione della Commissione europea, il paese ha fatto molti progressi, ma deve fare di più. Secondo Bruxelles, il Kosovo deve, i prima di tutto migliorare le sue relazioni con la Serbia. La mancanza di riconoscimento del Kosovo da parte di Belgrado ha rallentato i progressi dell'intera regione.

Le dinamiche parlamentari

Il presidente del Kosovo viene eletto dal parlamento in seguito ad un accordo fra i partiti politici. Le maggiori formazioni si accorderanno affinché si possano affrontare le questioni urgenti per il paese, non ultima l'approvazione del bilancio per il prossimo anno e la ripresa dei negoziati con la Serbia grazie alla mediazione dell'Unione europea.

Chi è Albin Kurti

Uomo politico kosovaro (nato a Priština nel 1975) Kurti è laureato in Informatica ed è stato leader della protesta studentesca per l'indipendenza, membro del movimento per i diritti umani Action for Kosovo Network e strenuo oppositore del regime di S. Milošević; nel 2005 ha fondato il partito nazionalista di sinistra Vetëvendosje, di cui è segretario generale. Sostenitore dell’autodeterminazione del Kosovo e fautore dell'unione di questo Stato con l'Albania, alle elezioni politiche anticipate svoltesi nell'ottobre 2019 il suo partito si è affermato con il 26% delle preferenze sull'Alleanza per il futuro del Kosovo del premier uscente R. Haradinaj e sul Partito democratico del Kosovo. Kurti sembra aver ottenuto la maggioranza grazie al supporto di rappresentanti delle minoranze etniche e cioè delle comunità turca, bosniaca, rom ed egiziana.

La mini-Schengen

Kurti vuole portare il Kosovo nella mini-Schengen dei Balcani, un'area di libera circolazione di persone e merci proposta da Serbia, Albania e Macedonia del Nord a cui ha aderito anche il Montenegro. Questo significa abbandonare la politica tariffaria anti-serba del governo uscente. L'odio del passato sta ancora perseguitando la regione. Nel 1999 il kosovo ha tagliato i suoi legami con la Federazione di Serbia e Montenegro, dopo una sanguinosa guerra e un intervento della NATO contro Belgrado. Da allora il contingente Nato non si è mai mosso dal kosovo.

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La presenza italiana in Kosovo

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Il generale Michele Risi, comandante del contingente Nato in KosvoDifesa.it

A Natale, l'ambasciatore Francesco Maria Talò, rappresentante permanente italiano presso il Consiglio Atlantico, ha visitato la missione Nato in Kosovo (Kfor). Il diplomatico è stato ricevuto dal generale italiano Michele Risi, comandante di Kfor, che lo ha aggiornato sulla situazione nei Balcani Occidentali, dal punto di vista della sicurezza oltre che di quello politico, sociale ed economico. Kfor, la missione della NATO in Kosovo, conta oggi 3400 militari di 28 nazioni ed è comandata per il settimo anno consecutivo da un generale italiano. L'Italia è il secondo contributore dopo gli Stati Uniti, e detiene anche la guida del comando regionale ovest. I compiti della missione, iniziata nel 1999 alla fine della guerra con le forze serbe su mandato delle Nazioni Unite, consistono nel garantire un ambiente sicuro e consentire la libertà di movimento a tutti i cittadini del Kosovo, sostenendo al tempo stesso il dialogo tra Belgrado e Priština, promosso dall'Unione Europea quale unica soluzione politica durevole.

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