Natale: i messaggi dei papi negli ultimi 30 anni

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Di Eloisa Covelli
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Guerre, migranti e crisi economica la fanno da padrone. Ma spuntano anche i temi dell'ambiente e della tecnologia

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Guerre, carestie e calamità naturali. Rileggendo i messaggi "urbi et orbi" di Natale degli ultimi 30 anni si può tirar fuori un piccolo manuale geopolitico. Non c'è stato messaggio papale che non trattasse delle guerre in corso e auspicasse la pace mondiale. Se alcuni conflitti sono ormai finiti, come quello della ex Jugoslavia, altri, come la crisi della "Terra Santa", sono purtroppo ancora presenti.

I migranti: pensiero costante di Francesco e Benedetto XVI

A questo si aggiunge il tema dei migranti, costante nei messaggi degli ultimi due papi: Francesco e Benedetto XVI. Ma a singhiozzo lo ritroviamo anche prima. Nel Natale del 1989 Giovanni Paolo II dice: "Il mondo aspira alla riconciliazione: eppure ogni giorno migliaia di rifugiati sono abbandonati e respinti". Ovviamente i messaggi dei papi sono rivolti al mondo, ma è interessante notare come è proprio dagli anni 80 che in Italia il tema dei rifugiati prende piede. Tra il 1980 e il 1989 arrivano in Italia quasi 12mila richiedenti asilo, la maggior parte dall'Afghanistan, ma anche dall'Iraq e dall'Etiopia.

La crisi economica e la disoccupazione

Anche il tema della crisi economica e della disoccupazione diventa più pressante negli ultimi anni. Ma già negli anni 90 Giovanni Paolo II dice: "Invita i popoli, misericordioso Gesù, ad abbattere i muri creati dalla miseria e dalla disoccupazione" (1994) e ancora "Più angosciato è oggi il silenzio, carico di tensioni, della moltitudine, sempre crescente, dei nuovi poveri: uomini e donne senza lavoro e senza casa" (1997). Nel 2001 Giovanni Paolo II sottolinea: "Ogni giorno mi giunge accorato il grido di chi, in tante parti del mondo, invoca una più equa distribuzione delle risorse e un’occupazione dignitosamente retribuita per tutti". Nel 2009 Benedetto XVI parla della "famiglia umana profondamente segnata da una grave crisi economica, ma prima ancora morale". Mentre nel 2015 Francesco auspica: "In questo giorno di festa, il Signore ridoni speranza a quanti non hanno lavoro - e sono tanti! - e sostenga l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico affinché si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana". E nel 2017 "vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno".

Benedetto XVI il papa più ambientalista

Spesso papa Benedetto XVI dedica all'ambiente un pensiero nel messaggio di Natale. "Davanti all’esodo di quanti migrano dalla loro terra e sono spinti lontano dalla fame, dall’intolleranza o dal degrado ambientale, la Chiesa è una presenza che chiama all’accoglienza" (2009). "E nel mondo va sempre più crescendo il numero dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati anche a causa delle frequenti calamità naturali, conseguenza spesso di preoccupanti dissesti ambientali" (2007). "L’umanità unita potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla minaccia terroristica alle condizioni di umiliante povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del pianeta" (2005). Ma anche nel 1998 Giovanni Paolo II dice: "Tragga dal Natale rinnovato vigore nel mondo il consenso nei confronti di misure urgenti ed adeguate (...) per riservare alle questioni ambientali, soprattutto dopo le recenti catastrofi naturali, l'indispensabile attenzione che esse meritano a salvaguardia del creato e della dignità dell'uomo!". E addirittura nel 1989: " Il mondo aspira all’equilibrio, interiore ed esterno: eppure l’ambiente viene degradato ogni giorno di più per motivi di interesse o per incoscienza".

Il terrorismo

Si ritrova il tema del terrorismo dal 2002, l'anno dopo l'attentato delle Torri Gemelle. Dice Giovanni Paolo II: "Dalla grotta di Betlemme si leva quest'oggi un appello pressante perché il mondo non ceda alla diffidenza, al sospetto, alla sfiducia, anche se il tragico fenomeno del terrorismo accresce incertezze e timori". Lo riprende poi nel 2005, 2006, 2008 Benedetto XVI e papa Francesco nel 2016.

I bambini al centro del discorso

E se i bambini sono sicuramento il soggetto prediletto dei papi, non manca il richiamo alle "donne violentate e sfruttate" (Giovanni Paolo II nel 2000), "ai portatori di handicap, spesso vittime indifese dell’egoismo e dell’emarginazione" (Giovanni Paolo II nel 1994), a chi "è schiavo dell'alcol o della droga" (Benedetto XVI nel 2006), agli "anziani, alle donne maltrattate, ai malati" (Francesco nel 2013 e poi negli anni successivi), ai carcerati (Francesco nel 2015).

Solo Benedetto XVI pensa alle vittime delle tecnologia

Solo Benedetto XVI nel 2005 parla dei problemi connessi alla tecnologia: "L’uomo dell’era tecnologica rischia però di essere vittima degli stessi successi della sua intelligenza e dei risultati delle sue capacità operative, se va incontro ad un’atrofia spirituale, ad un vuoto del cuore".

Risorse addizionali per questo articolo • Vatican.va; Rifugiati, profughi, sfollati. Breve storia del diritto d'asilo in Italia dii Nadan Petrovic

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