Iran, Stramaccioni e Wilmots "vittime collaterali" delle sanzioni Usa: i soldi non arrivano

Iran, Stramaccioni e Wilmots "vittime collaterali" delle sanzioni Usa: i soldi non arrivano
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Di Lillo Montalto Monella
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Un giornalista locale ha scritto su Twitter che non solo la partenza di Stramaccioni, ma anche quella del belga Marc Wilmots - nominato alla guida della nazionale ma dimissionario a novembre dopo appena sei mesi - è legata alle sanzioni: i due non possono infatti ricevere denaro sul proprio conto.

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A Teheran gli iraniani sono scesi in piazza contro il governo. Una frase che di questi tempi forse passerebbe (ahinoi) inosservata in Italia, se non fosse che il motivo riguarda da vicino un nostro connazionale: come è noto, infatti, hanno protestato per chiedere a gran voce il ritorno dell'allenatore italiano Andrea Stramaccioni sulla panchina dell'Esteghlal FC, una delle squadre più forti della prima divisione iraniana. L'ex tecnico di Roma, Inter e Udinese ha infatti lasciato il paese, dopo aver rescisso unilateralmente il contratto per 'giusta causa'.

Ma cosa è successo veramente? Nella complicata vicenda che lo vede coinvolto non c'entra lo sport - l'Esteghlal, grazie a Stramaccioni, è primo in classifica - ma molto ha a che fare con le sanzioni Usa che stanno strangolando l'economia locale. Detta in maniera semplice, la società - di proprietà statale, e quindi sotto il Ministero dello Sport - ha avuto seri problemi a pagare l'allenatore, non potendo inviare bonifici direttamente sul conto corrente del tecnico romano.

Ci sono stati altri problemi, certo - il licenziamento degli interpreti, oppure il rimanere bloccato in aeroporto per scadenza del visto - ma la questione degli stipendi non pagati è stata decisiva nella scelta di Stramaccioni di risolvere il contratto, soprattutto dopo che la FIFA ha evidenziato irregolarità nei pagamenti da parte del club iraniano.

Un giornalista locale ha scritto su Twitter che non solo la partenza di Stramaccioni, ma anche quella del belga Marc Wilmots - nominato alla guida della nazionale, ma dimissionario a novembre dopo appena sei mesi - è legata alle sanzioni: i due non possono infatti ricevere denaro sul proprio conto corrente da nessuna banca iraniana.

Valigie di contanti o soldi transferiti tramite cambiavalute

Come spiegano i colleghi della servizio in lingua farsi di Euronews, per pagare uno straniero che lavora in Iran bisogna trasportare borse di contanti a Dubai o negli Emirati Arabi Uniti, dove è possibile effettuare i trasferimenti bancari. Come alternativa, si può ricorrere ai cambiavalute, muovendo il denaro da una filiale iraniana ad una straniera, e da quest'ultima al conto corrente del destinatario finale. Causa embargo, sono le uniche due soluzioni per saldare regolarmente un salario a un cittadino straniero.

Quando però si tratta di somme di rilievo - nel caso di Stramaccioni, media locali hanno scritto di un biennale da 1.6 milioni di euro - si rischia di finire negli ingranaggi delle agenzie di antiriciclaggio: infatti, l'ultimo pagatore nella catena dello stipendio è chi effettivamente consegna il denaro, non il datore di lavoro come sarebbe ovvio.

Il portiere della squadra, Hossin Hosseini, ha detto davanti alle telecamere che la ragione per la quale Stramaccioni ha lasciato il club è proprio quella dei pagamenti. Questi trasferimenti "informali" di denaro avrebbero messo in allarme la banca italiana dell'allenatore, il quale avrebbe chiesto alla dirigenza dell'Esteghlal di interrompere la pratica. Ma, secondo la ricostruzione del giocatore, un bonifico di troppo avrebbe portato al congelamento temporaneo del conto di famiglia. "Il club avrebbe dovuto essere chiaro al momento della firma del contratto e dire che ci sarebbero stati problemi con le sanzioni".

Anche i giocatori dell'Esteghlal, che hanno fatto quadrato attorno all'amato allenatore, denunciano che nessuno viene pagato da mesi. Il capitano Vouria Ghafoori ha detto che il club ha pagato con assegni scoperti.

Come in molti paesi colpiti dall'embargo, non è più possibile utilizzare il sistema internazionale SWIFT per effettuare bonifici internazionali da e verso banche iraniane.

Le squadre di calcio iraniane hanno conti correnti in Riyal (la valuta ufficiale persiana) e in dollari. Ma gli istituti di credito del paese sono tagliati fuori dal resto del mondo, indica l'economista iraniana Fatemeh Ekhtiar. "Le banche straniere hanno paura delle sanzioni americane e non lavorano con quelle iraniane".

Non solo. Come indica Amir Alizadeh, esperto di sport business iraniano, un secondo grande problema si deve all'inflazione e alla svalutazione della moneta iraniana, che ha perso i due terzi del valore dal gennaio 2018 ad oggi, e al fatto che i club tendono a fare promesse che non possono mantenere. "Abbiamo un grosso problema di management e corruzione. Gli introiti non coprono le uscite, i manager non fanno attenzione a gestire in maniera strategica le squadre e così non riescono a pagare tutti i soldi dovuti. Giocatori e allenatori vanno quindi per vie legali", le sue parole a Euronews

Il tema è però molto sensibile politicamente e le autorità iraniane negano ogni tipo di problema. Nel caso dei mancati pagamenti a Wilmots, per esempio, la federazione locale ha cercato di dare la colpa alla FIFA per il mancato incasso dei premi per la qualificazione alla Coppa del Mondo, come mostra un'inchiesta di Iranwire. Forse anche per la difficoltà di pagare allenatori stranieri, Khamenei ha chiesto che i tecnici selezionati per gestire società sportive iraniane siano iraniani. "Non sto interferendo", ma non c'è "nessuna necessità" di utilizzare allenatori stranieri.

Abbas Iraghchi, vice ministro egli esteri Ministero degli Affari Esteri dell'Iran, si è detto sicuro che presto la questione verrà risolta. Maziar Nazemi, portavoce del Ministero dello Sport, ha fatto sapere che sono iniziati i negoziati con l'ambasciatore italiano a Teheran per "risolvere il problema".

Euronews ha contattato Stramaccioni e inviato una richiesta di chiarimenti ai suoi consulenti legali ma, al momento di scrivere, non ha ancora ricevuto risposta. Quanto a un possibile ritorno in Iran, il tecnico romano ha scritto alla nostra redazione che "il mio agente Pastorello e i miei rappresentanti legali stanno lavorando duramente con i corrispettivi del club. Al momento però non ho ricevuto comunicazioni in merito in nessuna direzione".

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