Il governo promette investimenti al Sud. Urgente un impegno per chi rischia il posto ma, secondo il professor Enzo Baglieri, per il futuro del meridione bisogna puntare sulle piccole e medie imprese locali e i prodotti d'eccellenza
Sono scesi in piazza perché non ci stanno a perdere il posto di lavoro, per chiedere allo Stato un impegno maggiore sulle vertenze aperte.
In prima linea i lavoratori di Whirlpool, Ilva, Mercatone Uno, Almaviva, Alitalia; questo martedì hanno manifestato a Roma al corteo indetto da Cgil Cisl e Uil.
Al Sud sono migliaia i posti di lavoro a rischio, uno scenario da incubo per un territorio già martoriato.
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, incontrando i rappresentanti sindacali dopo il corteo ha promesso come massima priorità il rilancio degli investimenti al Sud. Il tentativo è di tamponare almeno in parte un gap importante, si pensi che secondo l'ultimo rapporto dello Svimez, lo Stato ha investito in opere pubbliche al Sud: 102 euro pro capite rispetto ai 278 nel Centro-Nord.
Ma sul lungo termine quali possono essere gli investimenti per creare lavoro da affiancare all'impegno per migliori servizi pubblici e opere pubbliche?
"L'Italia ormai da un ventennio non è più un Paese industriale"
C'è chi crede che puntare sull'industria per il sud non sia la giusta strategia a lungo termine.
Secondo il professor Enzo Baglieri, docente di economia e gestione delle imprese all'Università Bocconi, "non è pensabile con poche misure, anche massicce, riconvertire il meridione e spostarlo verso quella che è la vera frontiera dell'economica: l'economia dei servizi. Quello che non si dice è che l'Italia da almeno un ventennio non è più un Paese industriale: l'ultimo rapporto Istat, ad esempio, ci dice che solo il 24 % della ricchezza nazionale è prodotto dall'industria".
Il futuro è l'economia del terziario, dei servizi. Ma è chiaro che per le persone che rischiano il posto, e per i tanti che non l'hanno, c'è l'esigenza immediata della sussistenza a cui lo Stato deve rispondere.
Per il Sud Italia un futuro nel terziario e nei prodotti di eccellenza locali
"Io credo che si debba tornare a fare un'impresa direi rinascimentale dove un artigiano, anche grazie alle teconologie possa affrontare i mercati internazionali ma rimanga piccola impresa puntando su cura e qualità del prodotto
Un esempio? "L'industria del vino siciliana che in pochi anni è riuscita a diventare un'eccellenza nazionale e sovrannazionale".
La crisi del meridione secondo i dati dell'ultimo rapporto Svimez
Secondo i dati Svimez, al divario ormai storico tra Nord e Sud si è affiancato quello tra Italia e resto d’Europa.
- Il tasso di crescita decennale (2008-2018) vede la perdita del 4,3% del PIL in termini reali, mentre l’Europa si attesta su un + 10,8%. La perdita per il Sud è stata, però, decisamente peggiore, arrivando a toccare i - 10,4 punti percentuali mentre il Nord ne ha persi 2,4.
- Nel 2018 il Sud ha fatto registrare una crescita del PIL appena del +0,6%, rispetto al +1% del 2017.
- Nel 2018 sono stati investiti in opere pubbliche nel Mezzogiorno 102 euro pro-capite rispetto a 278 del Centro-Nord.