Gentiloni: "Il patto di stabilità va adeguato"

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Di Gioia Salvatori
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Anche il nuovo commissario agli affari economici spinge, come il suo predecessore negli ultimi tempi, per la revisione del patto di stabilità. Perché ora? Ce lo spiega il professor Guiso

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La crescita inferiore al previsto, non al 2% ma intorno all'1 % nel 2020, nessun rimbalzo in vista, differentemente da quello che ci si aspettava fino a pochi mesi fa.

Una situazione di sofferenza dell'economia europea che, sottolinea il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, richiede un'azione che vada oltre le politiche adottate finora.

"Non basta la politica monetaria di fronte alla situazione in cui siamo, serve un collegamento delle politiche fiscali, delle politiche di bilancio per far fronte a questa fase di rallentamento", ha detto Gentiloni all' Investments forum Roma. 

Serve un collegamento delle politiche di bilancio per far fronte a questa fase di rallentamento
Paolo Gentiloni
Commissario europeo agli affari economici

In un'intervista al giornale tedesco Süddeutsche Zeitung, Gentiloni ha evocato, come d'altronde il suo predecessore Pierre Moscovici, una riforma del patto di stabilità "va adeguato, risale ai tempi della crisi, abbiamo bisogno, piuttosto di un rilancio di crescita e sostenibilità", dice e c'è già chi prefigura uno scenario in cui Bruxelles concederà flessibilità agli Stati in cambio di investimenti in settori strategici come l'energia verde. 

Tuttavia di revisione del patto di stabilità si parla da lustri ma solo ora i tempi sembrano maturi anche secondo la commissione, perché?

Secondo il professor Luigi Guiso,docente di economia all'Einaudi Institute for Economics and Finance (EIEF), ora i tempi sono maturi perché la crisi è finita: "Finita la grave crisi che ha attraversato le finanze pubbliche europee e la fine del rischio di contagio oggi c'è un clima un po' più sereno per poter discutere di come vedere i rapporti tra le politiche fiscali dei vari Paesi"

Prematuro parlare di un ministro europeo del tesoro, vecchia idea di Jean-Claude Trichet che secondo Guiso andrebbe tenuta in considerazione, ma nuovi organismi per armonizzare i bilanci degli Stati servono: "Credo che sia arrivato il momento di dare istituzioni federali che abbiano una certa tonalità federale", dice Guiso (nel video un estratto della sua intervista).

Degli organismi intermedi federali, dunque, che evitino che ogni volta le discussioni passino per il consesso dei ministri dell'economia dei singoli Stati "che si riuniscono di volta in volta per risolvere il problema che si palesa al momento".

Insomma la revisione del patto di stabilità può essere un'occasione per fare un'Europa più forte "Un momento per pensare un po' più in grande (...) Fare un'Europa più unita è indispensabile se l'Europa vuole sopravvivere bene nel mondo attuale. Per questo diventa imprescinbile avere una politica fiscale colletiva con degli organismi di supporto". Organismi che siano in grado per esempio di gestire "aree di valenza strategica come la politica militare e la politica migratoria comune".

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