Nuove date, nuove mobilitazioni. In Francia la protesta non va in pensione

Nuove date, nuove mobilitazioni. In Francia la protesta non va in pensione
Diritti d'autore Foto: Reuters/Benoit Tessier
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Di Diego Giuliani
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Sindacati ancora in piazza e nuovi disagi in vista. Incoraggiate dalla mobilitazione di giovedì, le principali sigle rilanciano: "Prossima mobilitazione martedì". Il giorno dopo il premier Edouard Philippe svelerà i dettagli della riforma delle pensioni

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La Francia "En Marche" (ma non nella direzione che si augurava Macron)

"Pressione che sale", "Braccio di ferro". E poi un ironico "En Marche" che fa il verso al movimento del presidente Macron. Ancora a piedi per lo sciopero contro l'annunciata, ma tutt'ora vaga riforma delle pensioni, la Francia fa i conti con uno scontro (e una mobilitazione) quasi senza precedenti: fra gli 800.000 e il milione e mezzo in piazza soltanto giovedì, che incoraggiano i sindacati e li spingono a rilanciare. L'appuntamento dato dalle principali sigle è per martedì prossimo: nuovi scioperi, nuove consultazioni e l'eventualità di ulteriori mobilitazioni. 

La Francia "En Marche", ma non come sperava Macron. Il titolo del quotidiano Libération, all'indomani della prima giornata di mobilitazioni contro la riforma delle pensioni

"I francesi lo sanno: dovranno rinunciare ai regimi speciali e dovranno lavorare più a lungo"

Decisivo l'intervento nel quale mercoledì il premier Edouard Philippe ha annunciato che fornirà tutti i dettagli della riforma. Al momento giusto una "piena disponibilità a transizioni progressive", ma la conferma che i regimi speciali andranno soppressi". "La enorme diversità dei regimi pensionistici in vigore oggi - ha detto - dei 42 regimi pensionistici in vigore oggi, non può andare avanti. I francesi sanno che un giorno si dovrà rinunciare ad alcuni regimi speciali che non saranno più compresi nella nostra riforma. E sanno anche che gradualmente saranno portati a dover lavorare più a lungo. Non dico che debbano reagire con entusiasmo, ma è quanto accade in tanti altri paesi, in condizioni simili a quelle del nostro.

Foto: Reuters/Benoit Tessier

Venerdì nero, weekend di passione: ancora disagi per i trasporti

E se il temuto caos del 5 dicembre si era riuscito a evitare, l'indomani delle grandi manifestazioni si iscrive nel calendario come un venerdì nero. Traffico in tilt nelle principali città, trasporti pubblici spesso ancora in ginocchio e, soprattutto, la prospettiva di un weekend ancora all'insegna di forti disagi con treni ad alta velocità virtualmente soppressi, mezzi pubblici parigini praticamente decimati e gli scioperi che cominciano a ripercuotersi anche sul traffico aereo. 

Foto: Reuters/Eric Gaillard
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