Crisi climatica: fatti, date, impegni (e fallimenti) della politica
Diritti d'autore Foto: Reuters/Arnd Wiegmann

Crisi climatica: fatti, date, impegni (e fallimenti) della politica

Di Redazione italiana
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Il clima tema caldo del 2019. Un posto al sole nell'agenda politico-mediatica internazionale, ma quale percezione nei singoli paesi? Cosa si è poi fatto finora e cosa resta ancora da fare? E quali i fondamentali condivisi dalla comunità scientifica?

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L'emergenza climatica è il tema più caldo dell'attualità, tanto è vero che il dizionario Oxford l'ha eletta parola del 2019.

Nell'anno della mobilitazione mondiale dei FridaysforFuture avviato da Greta Thunberg e dei drammatici incendi nella Foresta amazzonica, il surriscaldamento globale ha guadagnato un posto di primo piano nell'agenda mediatica e politica mondiale. L'ONU gli ha dedicato la Giornata internazionale della pace, il Parlamento europeo ha dichiarato l'emergenza ambientale e il segretario generale dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, Petteri Taalas, ha parlato di "ultima generazione che può fare qualcosa".

Quale però la differente percezione del tema a livello europeo? Cosa si è fatto finora a livello mondiale e cosa resta ancora da fare? E quali, nel contrapporsi di interpretazioni fra loro spesso distanti, i fondamentali condivisi dalla comunità scientifica?

Clima e certezze: 5 dati di cui non si può dubitare

1) L'aumento delle temperature

La temperatura globale è aumentata di 0,6°C dalla fine del XIX secolo. Il riscaldamento ha subito un'accelerazione esponenziale negli ultimi 40 anni. Le temperature sono sempre più "anormalmente elevate" rispetto alla media del periodo. Oltre alla temperatura globale, gli scienziati hanno osservano anche un aumento della temperatura del suolo, della bassa atmosfera e degli oceani.

2) L'incremento delle emissioni di gas serra

Più noto fra i gas serra è senza dubbio la CO2, l'anidride carbonica. Le sue emissioni, dovute a fenomeni naturali ma in gran parte anche all'attività umana e al ricorso a combustibili fossili, sono in considerevole aumento dal secondo dopoguerra. A fotografare questo trend sono, tra gli altri, i dati raccolti dalla Nasa e quelli più recenti dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale, che in un suo rapporto di fine novembre ha registrato nel 2018 un nuovo massimo storico nelle concentrazioni di CO2.

Qui il Greenhouse Bulletin del 25 novembre 2019, che contiene le conclusioni del rapporto dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale

3) Lo scioglimento dei ghiacci

Termometro del cambiamento climatico è il Circolo Polare Artico: con il Polo sud uno dei principali regolatori meteorologici del Pianeta. Anno nero del disgelo resta il 2012, ma il 2019 si è confermato [particolarmente caldo e contrassegnato da eventi estremi](https://it.euronews.com/2019/09/19/speciale-estate-infernale-del-circolo-polare-artico- avamposto-del-cambiamento-climatico). Superficie e spessore del ghiaccio si sono sensibilmente ridotti, rilasciando milioni di tonnellate di acqua dolce negli oceani. Timore degli scienziati è un'accelerazione del fenomeno, con conseguenze sull'ecosistema globale in parte ancora imprevedibili.

4) Distinzione fra meteo e clima

Sbaglia Donald Trump quando sostiene che fenomeni di particolare freddo sconfessino la tesi del surriscaldamento climatico. Ciò di cui il presidente degli Stati Uniti non tiene conto è che le condizioni meteorologiche sono locali, temporalmente circoscritte e limitate alla parte inferiore dell'atmosfera. Il clima è invece definito da tendenze e fenomeni che la coinvolgono nel suo complesso e che abbracciano aree geografiche più estese, manifestandosi su un lasso di temporale più ampio. E a influenzarlo, oltre a cause naturali, contribuisce anche l'attività umana.

5) La scienza (praticamente) unanime

Praticamente unanime il parere della comunità scientifica sul riconoscimento del cambiamento climatico e della sua imputabilità all'attività umana. A sostenerlo è tra il 97% e il 99,9% delle pubblicazioni recensite da una ricerca sul consenso scientifico in materia.

Cosa si è fatto e cosa resta ancora da fare?

Negli ultimi due anni, la preoccupazione per i cambiamenti climatici è aumentata in tutti i Paesi dell'Unione Europea, tranne i Paesi Bassi. A rivelarlo è uno studio di Eurobarometro che fotografa però una percezione molto difforme e una sensibilità al tema, concentrata soprattutto in Nord Europa e Paesi più ricchi.

UE: "Già in ritardo sugli obiettivi del 2030"

All'alba del nuovo decennio, dall'Unione Europea arriva già il monito su un ritardo sempre più difficile da recuperare, in vista degli obiettivi politici che Bruxelles si è fissata per il 2030. "Se vogliamo raggiungerli non siamo sulla buona strada", ha messo in guardia il direttore esecutivo dell'Agenzia europea dell'ambiente Hans Bruyninckx.

Clima e politica globale: le principali tappe di una "lunga marcia"

Cosa si è però finora fatto a livello globale? Quale il posto che il clima si è nel tempo ritagliato nell'agenda politica mondiale? E quali le principali tappe dalla creazione, nel 1873, della Organizzazione Meteorologica Mondiale? Vi proponiamo qui una rapida cronologia, da sfogliare cliccando sulla freccia verso destra.

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