Cosa non si è detto sulla riforma del Fondo salva-Stati?

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Di Cecilia Cacciotto
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Cosa è successo veramente a Bruxelles durante l'Eurogruppo di mercoledì? L'accordo finale slitta a gennaio del 2020. Forse, se tutto va bene. I timori dell'Italia sono per il momento messi a tacere. Le ambiguità e i punti controversi del trattato però restano

Bruxelles all'ascolto dell'Italia? Prove di equilibrismo europeo

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Dall'Eurogruppo di mercoledì almeno una buona notizia è uscita: il completamento della riforma del Mes, il fondo salva-Stati, prevista entro la fine dell'anno, slitta al prossimo gennaio. Se tutto va bene. E questo è un fatto.

Probabilmente la posizione dell'Italia è stata presa in considerazione. Anche se l'apertura sia dovuta dovuta più a motivi tecnici che a una reale presa in considerazione delle richieste italiane.

Si tratta di una riforma equilibrata che va incontro alle esigenze di tutti e dico tutti gli stati membri, è questo l'obiettivo a cui abbiamo lavorato e vorrei che fosse chiaro
Mario Centeno
Presidente Eurogruppo

In realtà alcune parti del Trattato di riforma del Mes non sono state ancora tradotte, e la cosa richiederà diverse settimane. Sicuramente, Bruxelles avrà ritenuto inoltre opportuno sfoderare un certo pragmatismo per calmare le acque in Italia, soprattutto in una fase politico-istituzionale delicata come quella dell'approvazione della legge di bilancio.

Detto questo, il presidente dell'eurogruppo, Mario Centeno, giovedì mattina in conferenza stampa ha voluto rassicurare tutti:

"Si tratta di una riforma equilibrata che va incontro alle esigenze di tutti e dico tutti gli stati membri, è questo l'obiettivo a cui abbiamo lavorato e vorrei che fosse chiaro".

Ottimista anche il neo-commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, che ha parlato senza mezzi termini di riapertura del dossier precisando che di fronte alle diverse proposte degli Stati membri non è stata trovata una posizione di sintesi, da qui la necessità di proseguire con i negoziati.

Le ambiguità di una riforma che mette insieme politica, finanze e banche

Il grande problema della riforma in questione è che si combinano i termini di due problemi diversi: da un lato come offrire un paracadute a un Paese che rischia il default, dall'altro come salvare una banca dal default, ma per il settore bancario i 19 operano in mancanza di condizioni uniformi che verranno solo con il battesimo dell'Unione bancaria. Che ancora deve realizzarsi.

L'Unione bancaria, per quanto richiesta da più parti, non ha una scadenza immediata, come ha dichiarato Centeno:

"No, non abbiamo una road map" sull'Unione bancaria, "in questa fase non ne abbiamo parlato ", ma "ricordate che questo è solo il secondo meeting che facciamo su Edis (schema comune di garanzia dei depositi, ndr) e non è ancora il momento politico per avere questo tipo di sostegno".

La discussione sull'Edis, "non sarà facile, ha mostrato le differenze tra i Paesi", ma "è un inizio, ed è rilevante che queste porte che sembravano chiuse un paio di anni fa ora sono state riaperte", così Paolo Gentiloni.

La cosa strana, dice a euronews Dino Crivellari, è perché si sia sentito il bisogno di metter insieme alla riforma del Mes tutta questo lavoro che riguarda il Fondo di risoluzione unico e quindi il salvataggio delle banche. Evidentemente c'è una preoccupazione seria su questo settore".

Ma Crivellari non dice solo questo, clicca il video.

Per Crivellari la vulgata italiana secondo cui alcuni punti della riforma del Mes sono studiati a tavolino per salvare le banche tedesche è falsa: "Penso che queste ultime siano forti abbastanza per reagire a eventuali choc finanziari. Ritengo invece che le misure previste per il Fondo unico di risoluzione siano state pensate per le banche del sud europa".

Vi ricordate cosa prevede la riforma del Meccanismo salva-Stati?

ll Meccanismo europeo di stabilità, noto anche come Mes o Esm -l’acronimo del suo nome in inglese- è un’organizzazione intergovernativa che raggruppa i 19 stati membri dell’eurogruppo, (quelli che hanno adottato l'euro come moneta), e ha il compito di aiutare i paesi che si trovano in difficoltà economica. Creato nel 2012, evoluzione di due precedenti meccanismi di stabilità economico-finanziaria l’Efsf e l’Efsm, è il primo tentativo organico di dotare l’eurozona di un meccanismo per affrontare le crisi.

A partire dal 2017 si è iniziato a discutere di una possibile revisione del trattato istitutivo. I Paesi hanno trovato un accordo politico preliminare nel giugno sull'insieme delle correzioni , su cui ciascuno stato membro dovrà dare il suo via libera ufficiale dei governi. Per entrare in vigore serve poi la ratifica dei parlamenti.

Il Meccanismo prevede tre line di credito: due per gli Stati che vengano a trovarsi in difficoltà finanziaria, in un primo caso perché esposti a un attacco speculativo, nel secondo caso perché a rischio reale di bancarotta. Una terza linea di credito invece è riservata alle banche che si trovino in difficoltà.

**La riforma spiegata bene da Dino Crivellari.
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Cosa sono le Cacs, c'è un legame con la sovranità del singolo Paese?

Le clausole di azione collettiva c'erano già nel trattato del 2012, la modifica riguarda sostanzialmente il meccanismo di votazione. Se volete saperne di più ascoltate il nostro esperto.

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E comunque, si può parlare di iperliberismo spinto?

L'osservazione che gli europei muovono a Bruxelles è che i meccanismi messi a punto per salvare gli Stati e attivati finora, vedi l'ultimo caso della Grecia, siano costruiti con il fine di restituire il dovuto ai creditori e che poco servano per risollevare le sorti e il tenore di vita dei cittadini stessi. Come accaduto in America Latina nel secolo scorso, quando per risanare le sorti economiche finaziare di Cile o Argentina o ancora Bolivia, si adottò un modello economico sfociato nella repressione dei diritti civili che condusse alla povertà per la maggior parte delle persone e all'arricchimento di pochissimi. Su questo punto ancora Crivellari, clicca il video .

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