Qual è l'impatto del Black Friday sull'ambiente?

Qual è l'impatto del Black Friday sull'ambiente?
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Di Luke Hurst
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"Decisamente negativo" è la risposta degli ambientalisti con cui abbiamo parlato. Che poi propongono la loro alternativa al Black Friday

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Il Black Friday è diventato nel giro di pochi anni uno degli appuntamenti più attesi sia dagli amanti dello shopping che dai consumatori occasionali. Sui principali siti di e-commerce è possibile trovare offerte di tutti i tipi su una vasta gamma di prodotti. Ma quali sono i costi per l'ambiente?

Gli attivisti ambientali si battono da tempo contro la cultura del consumo e di recente hanno concentrato le loro attenzioni sull'evento importato dagli Stati Uniti. Il Black Friday, sostengono alcuni, non è altro che una celebrazione dell'acquisto di cose per il gusto di comprare cose. E gli effetti di tutti questi consumi superflui hanno un impatto sull'ambiente.

"Il problema è l'impatto ambientale della produzione, del trasporto e dei rifiuti creati da questi prodotti", dice a Euronews Viola Wohlgemuth, un'attivista di Greenpeace Germania che si concentra sugli ecccessi del consumismo.

In Germania, stando a Wohlgemuth, la maggior parte della gente non aveva nemmeno sentito parlare del Black Friday tre anni fa, ma ora è onnipresente. "L'intero modello di business online crea più consegne e pacchetti, causando un enorme impatto sul clima", sottolinea l'attivista.

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Economia circolare

Per Anton Lazarus, membro dello European Environmental Bureau (EEB), una rete di associazione ambientaliste, "il livello di consumo attuale è totalmente insostenibile". Parlando a Euronews Lazarus ha sottolineato che la società dovrebbe muoversi verso un'economia circolare, dove i prodotti non sono acquistati, usati per un breve periodo di tempo e scartati per poi essere sostituiti con nuovi prodotti.

L'elettronica è uno dei principali responsabili dell'impatto ambientale. Secondo i dati dell'Onu ogni anno nel mondo si producono fino a 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici (e-waste): il loro peso è superiore a quello di tutti gli aerei di linea commerciali mai realizzati. Solo il 20% di questi rifiuti viene riciclato.

Secondo un'indagine del 2014 di Eurobarometro il 77% dei cittadini della Ue preferirebbe riparare i propri beni piuttosto che acquistarne di nuovi. Tuttavia, spesso i produttori non mettono a disposizione pezzi di ricambio, mentre alcuni prodotti sono costruiti in modo da risultare quasi impossibili da riparare una volta rotti.

Tutto ciò si ricollega alla questione dell'obsolescenza pianificata, in base alla quale un prodotto è progettato per smettere di funzionare dopo un certo periodo di tempo. Queste strategie per indurre le persone ad acquistare più prodotti hanno un'inevitabile impatto ambientale.

"Il diritto alla riparazione - sottolinea Lazarus - è vitale per prolungare la durata di molti dei prodotti più venduti durante il Black Friday, come telefoni cellulari e televisori".

"Il Black Friday è basato su un vecchio stratagemma - aggiunge -. Un sacco di offerte non sono così convenienti come i rivenditori stanno cercando di farle apparire. In molti casi si tratta di vecchi prodotti riportati in primo piano. Quello che i consumatori vogliono sono prodotti migliori che durino più a lungo, invece hanno avuto prodotti che si rompono facilmente".

Buy Nothing Day

Il Black Friday, oltre che nel mirino degli attivisti, è finito anche in quello dei governi. Martedì scorso i parlamentari francesi hanno approvato un emendamento alla legge anti-spreco del paese che mira a vietare le campagne pubblicitarie per il Black Friday.

Alcuni marchi si sono rifiutti di pubblicizzare l'evento sui social. L'azienda francese di abbigliamento Faguo ha formato un collettivo con altri 600 marchi francesi, rifiutando di partecipare al Black Friday per sostenere un consumo ragionato e responsabile. Un'iniziativa chiamata 'Make Friday Green Again'.

Anton Lazarus e i suoi colleghi dell'EEB hanno proposto un'alternativa al Black Fiday, il 'Buy Nothing Day' ('Giornata senza acquisti'). "Consiste nel prendere una decisione diversa dall'acquisto di qualcosa di nuovo - spiega Lazarus -. Perché non prendere in prestito ciò di cui si ha bisogno? O magari riparare qualcosa che già si possiede? Queste dovrebbero essere le prime opzioni prima di decidere di comprare qualcosa di nuovo".

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