Al via il processo d'appello per il Cardinale Barbarin

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Di Luca Colantoni
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Otto mesi fa condannato con l'accusa di aver nascosto degli abusi sessuali nei confronti di un gruppo di scout.

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Già condannato otto mesi fa per una omessa denuncia di violenza sessuale su minori, il cardinale Philippe Barbarin è comparso di fronte ai giudici della Corte d’appello di Lione dopo che i suoi avvocati avevano presentato un ricorso sulla sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale Penale che gli aveva inflitto sei mesi di carcere con la condizionale. I fatti riguardano degli abusi sessuali su un gruppo di scout compiuti negli anni settanta e ottanta da Padre Preynat e che l'alto prelato avrebbe nascosto. In prima linea al processo un'associazione di ex vittime di abusi che negli anni ha svelato altri casi del genere.

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"Tutto ciò mette in discussione la coerenza del sistema cattolico e la mentalità prevalente. Mostra chiaramente le innumerevoli riforme. che la Chiesa ha bisogno di fare, di riadattare e di essere coerente con la società ".

Il cardinale Barbarin, 69 anni, si è sempre difeso, supportato dai suoi avvocati, negando ogni accusa. Una volta condannato annuncio' di volersi recare in Vaticano a presentare le proprie dimissioni direttamente nelle mani di Papa Francesco. Bergoglio non le accetto' invocando la "presunzione di innocenza", ma chiese al Cardinale quale fosse la scelta migliore da fare al rientro in Francia e il porporato, quindi, lascio' la diocesi di Lione. 

La vicenda ha avuto un forte impatto sulla opinione pubblica francese ed ha spinto il regista François Ozon a girare un film, “Grâce à Dieu” presentato all’ultimo Festival di Berlino.

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