Al di là degli ostacoli: le imprenditrici dell'Angola

Al di là degli ostacoli: le imprenditrici dell'Angola
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Di Chris Burns
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L'Angola ha uno dei più alti tassi d'imprenditoria femminile al mondo. Scopriamo il ruolo chiave delle donne nella diversificazione dell'economia del paese.

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Le donne in Angola sono leader nel mondo degli affari. Un sondaggio ha rivelato che il paese africano ha uno dei più alti tassi di imprenditoria femminile al mondo: circa il 40 per cento di tutte le donne lavoratrici in Angola sono imprenditrici.

Le donne imprenditrici, in aziende di tutte le dimensioni, sono un elemento fondamentale della diversificazione e dello sviluppo dell'Angola.

Il mercato delle donne

A Luanda c'è un mercato che si chiama Praça das Mulheres, piazza delle donne in portoghese. Copre una superficie lunga circa 200 metri e larga una cinquantina, occupata da centinaia di negozietti di proprietà di donne, che vendono alle donne. Abiti e scarpe di tutti gli stili, provenienti da tutto il mondo.

Molte hanno ottenuto micro-prestiti per andare all'estero a cercare le merci da vendere. I tassi di cambio fluttuanti possono rappresentare un ostacolo, che però non ha fermato Ines Francisco Luis, una delle commercianti: "Per me - dice - essere imprenditrice è quando la banca ti concede un prestito, ottenere una carta Visa o qualche dollaro, avere la possibilità di acquistare dollari in banca a un prezzo inferiore, e allora divento un'imprenditrice. Che è quello che sono".

Il microfinanziamento consiste in prestiti a partire da 180 euro. La maggior parte dei clienti sono donne, pagano dal 2 al 4 per cento d'interessi e li estinguono nel giro di due anni. Isabel Pereira Silvestre di Banco BAI Micro Finanças descrive così le richiedenti: "Sono senza paura, quando vengono qui vanno dritto al punto. Sanno esattamente quello che vogliono. Arrivano conoscendo l'ammontare esatto di quello che vogliono. Hanno studiato la lezione. Vengono qui e mi dicono: signora Isabel, voglio un finanziamento x e la mia capacità di pagamento è x".

Unitel, colosso delle comunicazioni impegnato nell'equilibrio fra i generi

Dalle piccole imprese passiamo alla maggiore compagnia di telecomunicazioni dell'Angola. Unitel ha un programma di borse di studio che si chiama "Donne per il futuro", con l'obiettivo di raggiungere un maggiore equilibrio fra i generi nel settore. Le donne qui costituiscono il 40 per cento del management, anche se in ambito tecnico la percentuale si dimezza. "Crediamo che questo programma offra alle donne un'opportunità di accesso all'istruzione superiore e a studi in settori in cui il mercato del lavoro è alla ricerca di manodopera - commenta Eunice de Carvalho di Unitel. - Abbiamo anche cominciato l'anno scorso a parlare di ragazze nel settore delle telecomunicazioni, a mostrare esempi di manager senior qui a Unitel, o di donne che lavorano in ambiti tecnici, mettendole di fronte a queste giovani e dicendo loro: potete farlo anche voi".

C'è chi non se lo fa dire due volte. Come Eveline, che studia ingegneria meccanica e ha grandi progetti: "In futuro ho intenzione di lavorare sulle energie rinnovabili - dichiara -. Penso che sia una grossa scommessa per il nostro paese e per il mondo in generale. Il mio consigliere ha lavorato con me su questo mio sogno, su questo mio obiettivo. Stiamo sviluppando alcuni progetti. Mi sta aiutando a sviluppare questi progetti su cui voglio lavorare fino alla fine".

Il centro di fisioterapia

E poi c'è il centro di fisioterapia creato da una madre che gli ha dato il nome della figlia disabile, Ana Carolina. Nonostante il suo solido backround commerciale e le sue capacità organizzative, per Paula all'inizio non è stato facile. "Mi chiedevano spesso dove fosse il capo dell'azienda - racconta -, e io dicevo che il direttore generale ero io, che si trovava davanti a loro. Penso che questo stia cominciando a cambiare, perché con il tempo hanno iniziato a rendersi conto che, indipendentemente dal fatto di essere donna e dalla mia età, riuscivo a realizzare delle cose".

Paula ha avuto difficoltà a trovare le cure adeguate per sua figlia. Ha allora deciso di mettere insieme un team di fisioterapisti, logopedisti e osteopati. Essendoci passata, dice di capire quello che vogliono i clienti: "Per me è molto facile realizzarlo. Con la squadra giusta, con i mezzi e le attrezzature giuste, possiamo fare un buon lavoro", conclude.

Purtroppo Ana Carolina non ce l'ha fatta, ma sua madre va avanti, aiutando altri pazienti. Un nuovo centro è in costruzione.

Journalist • Selene Verri

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