Francia, le babysitter in sciopero: "Costrette a diffondere i nostri dati per lavorare"

Francia, le babysitter in sciopero: "Costrette a diffondere i nostri dati per lavorare"
Diritti d'autore REUTERS/Charles Platiau
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Di Sandrine Amiel
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Dopo lo sciopero degli studenti e dei lavoratori, in Francia scendono in piazza anche gli assistenti all'infanzia.

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Dopo lo sciopero degli studenti e degli operatori sanitari, anche le babysitter francesi sono scese in piazza per protestare contro una riforma del governo che denunciano essere "coercitiva".

La riforma della discordia è un articolo della legge sul finanziamento per la "sicurezza sociale" del 2020, che mira a migliorare l'accesso dei genitori agli spazi di assistenza all'infanzia. In base alla legge, le baby-sitter dovranno ora obbligatoriamente registrarsisu un sito web gestito dal Fondo per gli assegni familiari, specificando tra l'altro quanti bambini possono ospitare, la loro disponibilità sempre aggiornata e le loro tariffe.

"Con il pretesto di facilitare i contatti con i genitori e i datori di lavoro, il governo ha scelto di adottare un metodo coercitivo e di controllo sui lavoratori", hanno affermato i sindacati motivando lo sciopero.

Le babysitter sono riluttanti a pubblicare i loro dati completi, con informazioni sensibili come il loro indirizzo su un portale accessibile a tutti; ma il timore più grande, come spiegato a Euronews da Stephane Fustec, portavoce del sindacato CGT - tra le organizzazioni che hanno indetto lo sciopero - è che la diffusione dei dati aumenti la concorrenza e faccia diminuire i salari.

Soprattutto, ha chiarito la sindacalista, lo sciopero "nasce da un grande senso di rabbia" nei confronti di "logiche puramente di bilancio che non dovrebbero essere applicate all'assistenza all'infanzia".

La Francia, paese invidiato in tutto il mondo per il suo sistema di sostegno alla maternità, ha circa 318.000 assistenti addetti all'infanzia, più comunemente noti come babysitter.

Fustec ha dichiarato a Euronews che il numero esatto dei lavoratori che hanno partecipato alla protesta non è noto. In molti secondo lei non hanno scioperato per non creare disagi nelle famiglie in cui lavorano.

All'inizio dell'anno, le baby-sitter si erano già mobilitate contro un progetto di riforma dei sussidi alla disoccupazione che le avrebbe danneggiate, una proposta poi abbandonata.

"Il governo ha cercato di rassicurarci quando il Senato ha discusso il disegno di legge, ma noi rimaniamo scettici", ha chiarito Fustec.

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