E intanto, il Parlamento europeo discute circa il sovraffollato campo di Moria: "la Commissione - ha detto il commissario Avampopulos - può fornire un sostegno, non sostituirsi alle autorità nazionali"
Circa 350 tra rifugiati e migranti sono stati trasferiti dalle isole greche di Lesbo e Chios verso la terraferma. La maggior parte di loro ha lasciato il campo di Moria, dove circa 15.000 richiedenti asilo restano stipati in condizioni critiche.
A Lesbo, l'inverno rappresenta un vero e proprio incubo per i rifugiati: per questo, molti dei trasferiti - pure ignorando ancora la propria destinazione - tirano ora un sospiro di sollievo.
"Non so dove sto andando" dice Nancy Kidimbadila, migrante congolese di 29 anni. "Ci è stato detto che ci avrebbero portato in un vecchio monastero. Lì hanno costruito case per i migranti. Ci hanno detto che è un buon posto".
"Sono rimasta a Moria per due mesi, e non è stato facile vivere lì. Troppe persone, troppi problemi" le fa eco Rihab Al Sayed, 30 anni, rifugiata siriana.
I rifugiati e i migranti saranno ospitati in alberghi, campi profughi e altre strutture in tutta la Grecia.
Nel frattempo, il Parlamento europeo sta discutendo riguardo alla situazione sulle isole greche. Il dibattito si concentra soprattutto sul sovraffollato campo di Moria. Il commissario alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ha voluto chiarire la posizione della Commissione.
"Il ruolo delle autorità nazionali nel gestire la situazione sul campo rimane di fondamentale importanza " ha detto. "Voglio essere chiaro su questo punto. La Commissione può solo fornire un sostegno. Non può sostituirsi alle autorità greche".