La Spagna è ancora senza maggioranza

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Di Salvatore Falco
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La Spagna è ancora senza maggioranza. Il quarto voto in quattro anni, il secondo del 2019, vede i socialisti perdere consensi rispetto ad aprile e rende più difficile al premier uscente, Pedro Sanchez, formare un governo.

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Maggioranza cercasi disperatamente in Spagna. Il quarto voto in quattro anni, il secondo del 2019, vede i socialisti perdere consensi rispetto ad aprile e rende più difficile al premier uscente, Pedro Sanchez, formare un governo.

A complicare la situazione c'è l'exploit dell'ultradestra di Vox che supera quota 50 seggi e diventa la terza forza parlamentare, dietro il partito socialista con 120 parlamentari e il partito Popolare in ripresa. Ciudadanos scompare e costringe Albert Rivera a lasciare la politica.

Sia Sanchez che il leader popolare Pablo Casado escludono l'ipotesi Grande coalizione, il possibile blocco di sinistra Psoe-Unidas Podemos che sei mesi fa aveva la maggioranza a portata di mano, oggi è irrealizzabile.

I socialisti, con il 28%, in calo rispetto al 32% delle europee, sono indeboliti nei numeri e nel potere negoziale. Podemos propone una coalizione di governo basata sulla "rappresentanza di voti". I negoziati partiranno già domani.

"Il mio impegno è che questa volta sì, sì, sì e sì, avremo un governo progressista e sbloccheremo la situazione politica in questo paese - promette Sanchez - Ci rivolgiamo a tutti i partiti politici, tranne a quelli che si escludono dalla civile convivenza e propongono discorsi di odio e antidemocratici".

La grande coalizione sarebbe l'opzione numericamente più semplice, potrebbe rivelarsi fatale per il Partito Popolare che lascerebbe l'estrema-destra alla guida dell'opposizione.

"Quello che faremo ora è, prima di tutto, essere molto esigenti con il Partito Socialista - dice Casado - Vediamo cosa ha da dire Pedro Sanchez e poi mostreremo la nostra responsabilità perché la Spagna non può più essere bloccata".

Sfuma anche l'ipotesi più azzardata di una coalizione delle destre, l'unica possibilità sembra un accordo con il Pp per un'astensione in sede di fiducia. Resta l'immagine di un Paese a un bivio politico: dalle urne emerge l'urgenza di una riflessione sul sistema politico e soprattutto sull'efficacia della sua legge elettorale.

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