Impasse libanese: è ancora stallo per la formazione del governo
Dopo 25 giorni di proteste e le dimissioni del primo ministro, Saad Hariri, in Libano è ancora stallo per la formazione di un nuovo governo.
La folla è tornata in strada a Beirut per una colazione di protesta dopo che gli sciiti di Hezbollah - vicini all'Iran - hanno rifiutato ogni concessione.
In libano, l'1% della popolazione - stime Onu - detiene circa il 25% del reddito nazionale, e il 20% dei depositi è concentrato in circa 1600 conti correnti.
"Questa è la colazione dei rivoluzionari liberi, in un luogo che appartiene a noi, non a loro - dice una manifestante - Un luogo che ci hanno sottratto. E se Dio vorrà tutte le proprietà pubbliche torneranno al popolo libanese che ha la sua dignità".
"È una bella sensazione perché questa gente appartiene a tutte le classi sociali, lo Zaytouna è noto per la sua clientela medio-alta, la classe povera non viene qui - aggiunge un altro attivista - Ma oggi mangiano qui tutti insieme e restiamo uniti".
La protesta sul lungomare ha voluto anche riappropriarsi di un luogo concesso in gestione ai privati, simbolo di un paese dove la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 40%, e dove bisogna conoscere un politico cristiano, sunnita, sciita, druso - a seconda dell'appartenenza del "richiedente" - per trovare un lavoro.
Per approfondire:Come funziona il governo del Libano | Euronews risponde