La zona Euro rallenta. La frenata teutonica e l'Italia maglia nera

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Di Sergio Cantone
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Tutti al capezzale del grande malato, l'economia mondiale. L'Unione europea cerca un rimedio che non c'è. E lo sa benissimo. Perché parte delle cause di questa nuova pandemia recessiva vaticinata dagli sciamani economici globali vengono dagli squilibri della zona euro. E il commissario per gli affari economici, Pierre Moscovici, snocciola cifre sulle previsioni di crescita nell'area della moneta unica, esorcizzando le paure con eufemismi: 

"Siamo forse alla fase più importante nelle previsoni di crescita di questo trimestre. Non c'è un rimbalzo positivo, rispetto alle nostre previsioni precedenti. questo È dovuto agli shock che hanno colpito la zona euro, e sappiamo che ci vorrà tempo prima che svaniscano, ecco perché ci troviamo in una fase nuova, forse un regime a crescita moderata"

Ecco appunto, gli eufemismi: "regime a crescita moderata" vuole forse dire il commissario europeo che stiamo andando dritti verso una nuova recessione globale?

Cifre alla mano: Bruxelles prevede una crescita dell'1.1%, con una contrazione rispetto alle previsioni primaverili ed estive

Per l'FMi, invece la crescita sarà dell'1.2%, ma in drastico calo rispetto all'1.9% dell'anno scorso.

L'Italia è come al solito stagnante e ultima in termini di crescita, ma guardando alle previsuioni pubblicate dalla Commissione Ue, scopriamo che c'è un nuovo malato in corsia, ed è altamente contagioso: è la Germania. Il gigante manifatturiero e dell'export è sull'orlo della recessione.

Secondo il Fondo monetario internazionale, l'anno prossimo la Germania crescerà solo di un mezzo punto in percentuale, ossia un terzo rispetto al 2018

Per Poul Thomsen, direttore dell dipartimento Europa dell'Fmi: "l'economia tedesca per noi è ancora tecnicamente operativa, al di sotto del suo potenziale a lungo termine. Sebbeno ci sia stato un indebolimento, notiamo un'economia ancora relativamente robusta. E la ripresa tedesca sembra avviata".

Poi c'è l'effetto specchietto per le allodole della Brexit. A Bruxelles parlano del Regno unito come di una mina vagante pronta ad affondare il bastimento dell'economia mondiale. Cionostante, le cifre relative al Pil britannica sono leggermente in controtendenza rispetto alle previsioni più nere: 1.3% di crescita, nel caso di continuità negli scambi commerciali con l'Ue, Brexit o non Brexit.

Ma secondo gli economisti di Fmi e Ue, in caso di Brexit senza accordo, la crescita britannica calerà di circa tre punti da oggi fino al 2021.

Le sorti della Brexit sono senza dubbio importanti per valutare l'andamento dell'economia mondiale, a causa delle dinamiche del suo settore finanziario.  

L'Unione europea però, di fronte a una recessione tedesca che potrebbe avere un grave effetto domino, dovrà in un futuro abbastanza prossimo rivedere le modalità di funzionamento della zona Euro, non ultime la reale efficacia delle politiche di austerità.

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