La Spagna cerca i suoi desaparecidos nelle fosse comuni

La Spagna cerca i suoi desaparecidos nelle fosse comuni
Di Stefania De Michele
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L'impegno dell'associazione "Memoria e Dignità" a sostegno delle famiglie delle vittime del regime

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Carmen ha trovato i resti di un suo parente in una fossa comune. Il cugino di sua madre, Adolfo Morales, è uno degli oltre 110.000 desaparecidos spagnoli: tante sono, secondo le Nazioni Unite, le sparizioni della stagione franchista tra il 1936 e il 1975. A oltre 40 anni dalla morte del Caudillo, un vulnus ancora aperto.

"Era un membro della Gioventù Socialista, aveva 26 anni - racconta Carmen Heras - fu arrestato pochi giorni dopo la rivolta con altri compagni a Soria, fu portato al carcere di Almazán e poi un giorno condotto a La Riba de Escalote e giustiziato. Questo è tutto."

La ricerca dei familiari nelle fosse comuni dell'epoca franchista

La Spagna è tra i Paesi con il maggior numero di desaparecidos: secondo il Ministero della Giustizia, è probabile che solo i resti di circa 25.000 persone saranno ritrovati. Alcune fosse comuni sono state rinvenute e scavate, ma resta ancora molto lavoro da fare. Le mappe, ad esempio, non sono state aggiornate dal 2011. Otto anni di ulteriore oblio dovuto alla mancanza di fondi per la legge sulla memoria storica, che dovrebbe garantire il piccolo e parziale ristoro ai parenti delle vittime del regime.

L'impegno a sostegno delle famiglie dell'assocciazione "Recuerdo y Dignidad"

L'associazione "Recuerdo y Dignidad", vincitrice del Premio Nazionale per i Diritti Umani, supporta le famiglie e, in alcuni casi, sovvenziona le ricerche. Ha allertato Carmen del possibile ritrovamento dei resti di Adolfo. Il suo presidente denuncia quanto sia difficile scrivere quella pagina di storia occultata.

"Quando qualcuno arriva all'associazione, di solito ha la chiara idea di avere un parente scomparso o assassinato - spiega Ivan Aparicio, presidente dell'associazione "Recuerdo y Dignidad" -  noi attiviamo un protocollo, che coinvolge molte persone e molto lavoro, che include la ricerca negli archivi, la richiesta di permessi. andare in città, parlare con la gente, cercare di trovare il luogo delle tombe e tutto il lavoro di prospezione e riesumazione".

I parenti degli scomparsi e la memoria storica negata

Carmen Heras sta aspettando i risultati del test sul DNA per confermare che i resti trovati siano quelli del suo parente. Le associazioni e le famiglie continueranno a cercare: è un modo per cicatrizzare le ferite di un'epoca che non può chiudersi con nessun "pacto de olvido".

"Non si tratta solo di recuperare i corpi - conclude Ivan Aparicio - molte delle vittime sepolte nelle fosse comuni sono state processate e condannate da un tribunale durante il regime di Franco. Queste sentenze non sono mai state ribaltate. Da un punto di vista giuridico, quelle persone sono ancora considerate criminali. Le loro famiglie sono in attesa che la loro memoria venga riparata".

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