Cronologia | Perché i boliviani mettono in dubbio la vittoria di Evo Morales
Diritti d'autore REUTERS/Ueslei Marcelino
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Cronologia | Perché i boliviani mettono in dubbio la vittoria di Evo Morales

Di Natalia Oelsner
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Vi spieghiamo cosa sta succendendo in Bolivia dove lo spoglio dei voti, inizialmente non troppo favorevole e Evo Morales, si è interrotto per 23 ore salvo poi riprendere indicando un risultato sorprendente.

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Il presidente della Bolivia Evo Morales ha denunciato un tentativo di colpo di stato nelle proteste realizzate nel Paese per presunti brogli nelle elezioni presidenziali che si sono tenute domenica, e ha dichiarato lo stato di emergenza di fronte all'ondata di violenze nel Paese. Nonostante abbia anunnciato la vittoria, al momento di scrivere lo scrutinio non è ancora ufficialmente terminato (96.63%) e non si può escludere con certezza che non sarà necessario andare ad un secondo turno.

Per battere il suo sfidante, l'ex presidente Carlos Mesa, senza dover passare da un'altra tornata elettorale a dicembre, Morales ha bisogno di un margine di almeno 10 punti percentuali oppure di superare la soglia del 50%.

La cronologia degli eventi degli ultimi tre giorni, segnati da scontri e devastazioni in almeno 9 città della Bolivia, suscita qualche dubbio sulla legittimità e sulla trasparenza di tutto il processo.

Si tratta delle elezioni più contestate dell'ultimo decennio, con il presidente uscente che cerca la riconferma ed arrivare a sfiorare i 20 anni al potere.

Cronologia dello spoglio che si interrompe per 24 ore e poi riprende

Le urne in Bolivia si sono chiuse domenica 20 ottobre alle ore 16. 

Quando lo scrutinio arriva all'83,76% dei voti, il portale elettorale assegna la vittoria all'ex sindacalista del Movimento per il Socialismo con il 45,28% delle preferenze. Tuttavia, Mesa viene dato al 38,16%: si andrebbe al secondo turno perché il divario è inferiore a quel decisivo 10%.

Tuttavia, alle 19.40 della domenica, il conteggio viene interrotto senza spiegazioni. Quasi 23 ore dopo, lo spoglio riprende e il Tribunale elettorale (Tse) rivela, sorprendentemente, un altro scenario: è Evo il vincitore con più di 10 punti di vantaggio. Non ci sarà bisogno di un secondo turno il 15 dicembre.

Questo episodio, assieme ai dubbi sulla regolarità del voto, fa esplodere la rabbia popolare per le strade. Molti boliviani accusano il presidente di fronde elettorale; dalla parte opposta si brinda alla vittoria della volontà popolare. Drammatici gli scontri a Potosí, dove la polizia ha battuto in ritirata di fronte alla determinazione dei manifestanti, mentre due persone si sono lanciate dal 2/o piano del Tribunale elettorale per sfuggire ad un incendio, rischiando la morte. Il clima in Bolivia è più teso che mai.

La dichiarazione dell'Unione europea

La comunità internazionale non è rimasta in silenzio di fronte a questa delicata situazione. L'Unione europea ha sottolineato che l'inattesa interruzione del conteggio dei risultati preliminari suscita "serie preoccupazioni" che dovranno essere affrontate "rapidamente". Ha inoltre chiesto che si indaghi sui recenti incidenti e che non si faccia ricorso alla violenza.

Il capo dello Stato boliviano si è riunito con la coalizione che sostiene il suo governo (Conalcam) che ha rivolto un appello a "difendere la vittoria al primo turno" responsabilizzando l'ex presidente Carlos Mesa per i gravi disordini. L'opposizione ha definito quanto accaduto una "burla alla democrazia". E dopo le perplessità sul processo di scrutinio manifestate dagli Usa e dall'Osa, anche il vice capo della delegazione di osservatori dell'Unione europea (Ue), Jorg Schreiber, ha chiesto al governo di fare urgentemente chiarezza sull'accaduto.

L'Osa esprime "profonda preoccupazione

Gli osservatori della missione dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) hanno chiesto il rispetto della "volontà popolare" e hanno affermato che questo processo elettorale si è svolto in condizioni "molto complesse". 

L'Osa ha denunciato l'abuso di risorse pubbliche durante la campagna e non è riuscita a spiegare il perché di questo scarto nello spoglio dei risultati preliminari. Nella sua relazione raccomanderà una seconda tornata elettorale. 

Sull'interruzione del conteggio, dice di aver avuto notizia di un presunto "attacco o instabilità del sistema", ma senza alcuna violazioni. Tuttavia, fonti del Tribunale elettorale supremo (Tse) hanno detto a Euronews che non sono stati riscontrati ritardi o anomalie inusuali.

Daniel Caballero

I social network pullulano di accuse di frode

I boliviani hanno utilizzato diverse piattaforme per condividere foto e video di questi convulsi giorni elettorali. A La Paz, sono state trovate in un'abitazione privata almeno 20 scatole con schede pre-votate in favore del Movimiento per il Socialismo, il partito di Evo Morales. L'Osa ha dichiarato che indagherà anche su questi casi e renderà una dichiarazione a tempo debito. Questo video è stato condiviso da José Manuel Ormachea, candidato congressista della Comunidad Ciudadana, il partito di Carlos Mesa.

Hay FRAUDE!!! LA CIUDADANIA HA ENCONTRADO EN MIRAFLORES A INDIVIDUOS NO IDENTIFICADOS CON PAPELETAS Y LUEGO HUYERON DEJANDO TODO EN EL PISO! COMPARTE! NOS QUIEREN ROBAR DE NUEVO LA DEMOCRACIA

Publiée par José M. Ormachea sur Lundi 21 octobre 2019

Le ultime schede scrutinate vengono da aree rurali dove il capo dello Stato ha il suo zoccolo duro.

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