Siria, tiene a fatica il cessate-il-fuoco

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I curdi denunciano: "Ankara continua a bombardare" e annunciano di aver abbattuto un elicottero turco

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Mentre i civili nel nord della Siria cercano a migliaia di fuggire dal conflitto, l'accordo per cinque giorni di cessate il fuoco viene messo a dura prova da sporadici episodi. Un portavoce delle mililizie curde denuncia su Twitter che "attacchi aerei e di artiglieria turchi continuano a prendere di mira le posizioni dei combattenti, gli insediamenti civili e l'ospedale di Serekaniye"

Le forze curdo-siriane inoltre, affermano di aver abbattuto un elicottero turco tra Raqqa e il confine, ma non ci sono finora conferme.

Parlando a Istanbul, Erdogan ha minacciato di riprendere l'offensiva prima della scadenza se i curdi delle Unità di protezione popolare - che per lui sono terroristi - non abbandoneranno la fascia entro 30 chilometri dal confine. Ma non c'è alcuna certezza che questo accada.

La coalizione arabo-curda che ha combattuto contro lo Stato islamico accanto agli Stati Uniti, infatti, ha accettato la sospensione delle ostilità nell'area tra Ras al-Ain e Tal Abyad, ma senza pronunciarsi su altri punti dell'accordo strappato a Erdogan dal vicepresidente Usa Mike Pence, come il disarmo delle milizie curde e la rimozione delle infrastrutture militari.

Lungi dal garantire una soluzione politica del conflitto, l'intesa tra Trump e Erdogan rappresenta secondo molti osservatori un assist per i progetti geopolitici di Ankara, che punta a insediarsi nel nord della Siria e a cancellare ogni aspirazione di autonomia curda.

Nonostante la tregua, secondo l'agenzia curda Firat, i bombardamenti turchi hanno ucciso nelle ultime ore cinque combattenti curdo-siriani, mentre altri due sono rimasti feriti. Dall'inizio dell'operazione, secondo Erdogan, l'esercito di Ankara ha "neutralizzato" almeno 750 persone.

Tra le vittime, stando a diverse denunce, molte recherebbero sul corpo i segni del possibile uso di fosforo bianco da parte dei militari turchi. Esperti chimici dell'ONU, citati dai media, starebbero raccogliendo elementi sull'accaduto.

Anche l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche si è detta "al corrente della situazione" e ha aggiunto che sta "raccogliendo informazioni in merito".

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