Dazi, stangata da mezzo miliardo per il made in Italy negli Usa

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Di Giulia Avataneo
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Dal Parmigiano ai salumi, i produttori si aspettano un calo delle esportazioni verso gli Usa del 20%. E' l'effetto dei dazi, che da oggi fanno lievitare i prezzi allo scaffale fino a un quarto in America

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Parmigiano e grana, agrumi, gorgonzola e salumi, ma anche liquori e succhi di frutta. Sono questi i prodotti italiani più penalizzati dai dazi americani che entrano in vigore oggi, dopo la decisione dell'Organizzazione mondiale del commercio sugli aiuti di Stato al consorzio Airbus, che hanno autorizzato l'amministrazione Trump a rivalersi su 7 miliardi e mezzo di beni europei. Una stangata che farà lievitare fino a un quarto il prezzo dei prodotti allo scaffale negli Stati Uniti.

Stangata da mezzo milione per il made in Italy

"Gli Stati Uniti sono la terza destinazione per l'agroalimentare italiano -  dice Lorenzo Bazzana, responsabile Economia Coldiretti - con un valore di circa 500 milioni di euro e la stima che è stata fatta è di un 20% di perdita delle esportazioni dei prodotti oggetto di dazi. 

**Per approfondire **➡️ Dazi Usa: ecco la lista dei prodotti UE che verranno tassati

Una tegola che si abbatte proprio mentre le esportazioni italiane oltreoceano toccavano un record di crescita, con un balzo dell'8% quest'anno. Nei giorni scorsi il presidente Trump ha promesso un occhio di riguardo per il made in Italy al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in visita di Stato. 

Ma la storia è destinata a riproporsi, quando verrà il giorno del giudizio per gli analoghi aiuti di cui l'Europa accusa gli Usa, questa volta nei confronti di Boeing.

La soluzione: nuovi mercati e aiuti ai produttori

"Nessuno trarrebbe vantaggio da una situazione di lotta sui dazi - prosegue Bazzana - Noi dal governo italiano e dall'Unione europea ci aspettiamo misure per sostenere le vendite dei prodotti che hanno dei problemi con gli Usa, campagne di promozione e diplomatiche per aprire nuovi mercati e diversificare le esportazioni dei nostri prodotti. E poi serve sostegno alle imprese e ai produttori, che rischiano di avere dei danni come e più di quelli che ci sono stati con l'embargo russo". Uno stop costato fino ad ora un miliardo di euro

"L'auspicio - è il commento di Legacoop, che riunisce oltre 15mila imprese cooperative - è che le istituzioni internazionali, a cominciare dall'Unione Europea, recuperino credibilità ed assumano un nuovo protagonismo per affermare il principio che mercati aperti regolati a livello globale sono un presupposto indispensabile per offrire a tutti opportunità di sviluppo".

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