Siria, la Danimarca vuole revocare la cittadinanza ai foreign fighters con doppio passaporto

Siria, la Danimarca vuole revocare la cittadinanza ai foreign fighters con doppio passaporto
Diritti d'autore Milizie ribelli siriane che lottano con la Turchia contro i curdi in Siria vicino al villaggio di Yabisa. REUTERS/Khalil Ashawi
Di Euronews, Reuters
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"Non sono desiderati qui. Il governo farà tutto il possibile per impedire loro di tornare in Danimarca". Parliamo di 27 individui che il paese considera pericolosi e che, dopo l'attacco turco ai curdi, potrebbero scappare di prigione

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In Danimarca si lavora alla presentazione di un disegno di legge urgente per ritirare la cittadinanza a tutti i combattenti con il doppio passaporto - danese e di un altro paese - che si sono arruolati con milizie straniere per combattere all'estero.

In un comunicato diffuso lunedì, l'esecutivo parla di un "rischio significativo" che i foreign fighters partiti dalla Danimarca per unirsi al sedicente Stato islamico (IS) possano ora cercare di ritornare in patria. La decisione di accelerare i tempi è dovuta all'operazione militare della Turchia contro le zone controllate dai curdi nel nord della Siria, dove le milizie YPG gestiscono anche alcuni campi di detenzione in cui sono rinchiusi combattenti del califfato o loro familiari.

"C'è il rischio che i campi dello Stato Islamico controllati dai curdi nella zona di confine collassino, e che i combattenti stranieri con cittadinanza danese si spostino verso la Danimarca", le parole della Ministra di Stato del Regno, Mette Frederiksen. La premier ha aggiunto: "Si tratta di persone che hanno voltato le spalle alla Danimarca e hanno combattuto con violenza contro la nostra democrazia e libertà. Rappresentano una minaccia per la nostra sicurezza. Non sono desiderati qui. Il governo farà tutto il possibile per impedire loro di tornare in Danimarca".

Per approfondire ➡️ Foreign fighters di ritorno: cosa fare con i combattenti dell'Isis che tornano in Europa?

Le autorità ritengono che siano almeno 158 i foreign fighters danesi militanti in Siria o in Iraq dal 2012. Circa 27 di loro rimangono nelle zone di conflitto e 12 di loro sono in prigione - o almeno così si ritiene. Tutti e 27 sono danesi ma non è chiaro quanti di loro abbiano anche una doppia cittadinanza.

Un quinto dei circa 10mila combattenti dello Stato islamico tenuti prigionieri in Siria dai curdi sono europei. Se le milizie curde decideranno di schierare le guardie carcerarie sulla linea del fronte, lasciando sguarnite le carceri, aumenterà il rischio di fuga dei foreign fighters. 

La nuova proposta di legge, che gode di un ampio sostegno tra i diversi partiti, permetterebbe al governo di privare della loro cittadinanza danes tutti quei combattenti all'estero con doppio passaporto, senza dover passare da un giudice. Questo non sarà possibile per tutti coloro che sono in possesso di una sola nazionalità: diventerebbero altrimenti apolidi. 

Anche altri paesi europei hanno già espresso l'intenzione di seguire questa strada, riluttanti a processare i combattenti in patria per via della contrarietà dell'opinione pubblica, per la difficoltà di raccogliere prove contro di loro e il rischio di possibili nuovi attacchi sul suolo patrio.

Per approfondire ➡️ Francia, i "figli dell'Isis" fra rimorsi e timore del domani

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