Catalogna: condannati 9 indipendentisti. Mandato di arresto internazionale per Puigdemont

Catalogna: condannati 9 indipendentisti. Mandato di arresto internazionale per Puigdemont
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Di Cinzia RizziSimona Zecchi
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Dai 9 ai 13 anni di reclusione per i leader indipendentisti, ritenuti colpevoli di sedizione e appropriazione indebita. Non è stato provato il capo d'accusa più grave, quello di ribellione

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Voltare pagina e resistere sono le reazioni opposte espresse dai vertici del governo spagnolo e della Generalitat catalana dopo la sentenza della Corte suprema ai 12 leader indipendentisti catalani. Dai 9 ai 13 anni le pene in carcere comminate ai leader tra cui l'ex vicepremier Oriol Junqueras, e l'ex premier Puigdemont per cui è stato anche emesso un nuovo mandato di arresto internazionale. Le accuse le stesse per tutti 'sedizione' e 'appropriazione indebita'. Si tratta ora di prove di dialogo per il premier spagnolo Pedro Sanchez, che ha affermato in un intervento Tv:

"Oggi è arrivata la conferma del fallimento di un progetto politico volto a ottenere un riconoscimento e un supporto internazionali. Oggi ci lasciamo alle spalle dolore e confronti, fratture che hanno minato una coesistenza pacifica in Catalogna. Da oggi sarà cosi se ci lasceremo indietro l'estremismo".

Il premier ha poi concluso il concetto di ordine pubblico e protezione delle leggi democratiche da ergere contro i tentativi di violenza

Junqueras, ex numero 1 del movimento indipendentista, ha preso 13 anni, mentre hanno preso pene fino a 12 anni Carme Forcadell, i Jordis e altri cinque ex ministri della giunta. Per la Corte i nove non istigarono le violenze avvenute in quei giorni dell'ottobre di due anni fa, quando venne indetto un rferendum per l'indipendenza, ma promossero rivolte per ostacolare l'applicazione delle leggi.

REUTERS/Rafael Marchante
Proteste a Barcellona dopo il verdettoREUTERS/Rafael Marchante

Puigdemont: "Una barbarie"

È arrivata quindi questo lunedì alle prime ore del mattino l'attesa sentenza del processo, iniziato a febbraio e chiusosi a giugno. Non si è fatta attendere la reazione dell'ex presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, in esilio in Belgio per evitare il carcere e il processo e per il quale, poche ore dopo il verdetto, un giudice spagnolo ha emesso un nuovo mandato di arresto internazionale. "Un totale di 100 anni di prigione. Una barbarie. Ora più che mai, al vostro fianco e a quello delle vostre famiglie. E' tempo di reagire, come mai prima d'ora. Per il futuro dei nostri figli e figlie. Per la democrazia. Per l'Europa. Per la Catalogna", ha twittato Puigdemont.

Anche sul profilo di Junqueras è comparso un tweet dopo la sentenza: "Torneremo più forti, più convinti e fermi che mai. Grazie a tutti e continuate, perché noi continueremo sempre, sempre!".

Sanchez: "Confermato il naufragio di un progetto politico"

Diversa, ovviamente, la reazione del governo centrale di Madrid. Il premier Pedro Sanchez ha espresso il suo "rispetto assoluto" per la sentenza della Corte Suprema, sottolineando che il verdetto è arrivato al termine di un processo in cui sono state assicurate tutte le garanzie del caso e in assoluta trasparenza.

La Corte Suprema, ha detto Sanchez, ha dato esempio di "autonomia e trasparenza, garanzia e professionalità". "Questa sentenza - ha aggiunto il primo ministro - conferma il naufragio di un progetto politico. Siamo tutti chiamati ad una nuova tappa, il cui unico obiettivo deve essere il ripristino della coesistenza in Catalogna".

Il ministro per lo Sviluppo, segretario dell'organizzazione del Psoe, Josè Luis Balos, ha parlato di "rispetto e senso di responsabilità, in una sentenza che rende chiaro che in Spagna lo Stato di diritto funziona".

REUTERS/Jon Nazca
"Liberate i prigionieri politici". Prigione di Lledoners, dove sono detenuti i leaderREUTERS/Jon Nazca

La solidarietà del Barcellona: "Libertà per i leader politici"

Sulla questione sono intervenute anche le due più importanti squadre di calcio catalane, Barcellona ed Espanyol, che subito dopo la sentenza hanno pubblicato due comunicati sui propri siti.

Il Barcellona, da sempre vicino alla causa degli indipendentisti, ha espresso la sua solidarietà ai condannati e ne ha chiesto la liberazione: "Il carcere - si legge - non è la soluzione, la risoluzione del conflitto passa esclusivamente per il dialogo politico. Per questo, ora più che mai, il club chiede a tutti i responsabili politici di intraprendere un processo di pace e negoziazione per risolvere questo conflitto, processo che deve permettere anche la liberazione di tutti i leader politici e della società civile condannati. L'Fc Barcellona esprime tutto il suo appoggio e solidarietà ai familiari di coloro che sono stati privati della libertà".

Più moderato il comunicato dell'Espanyol. "Ribadiamo il nostro rispetto per le decisioni giudiziarie e ci rammarichiamo per la sofferenza che purtroppo determinate situazioni procedurali possono generare per le singole persone, le loro famiglie o sentimenti collettivi. Incoraggiamo tutte le autorità pubbliche a cercare soluzioni politiche e democratiche per questa crisi sociale, attraverso il dialogo e nel quadro giuridico e il più rigoroso rispetto della legalità".

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