Il disimpegno di Trump, il sostegno dei lealisti di Assad ai curdi contro i turchi
Un passaggio di consegne, che non è indolore. Vanno via - come annunciato - i soldati americani, arrivano le truppe di Bashar al Assad a sostenere la battaglia dei curdi contro l'esercito di Ankara nel nord est della Siria. Una giravolta di alleanze che vede adesso la Turchia porre l'assedio alla città di Mambij, difesa da curdi e lealisti contro turchi ed Esercito Libero Siriano, le milizie filo-turche che si preparano ad attaccare anche Kobane.
"La Turchia, con l'Operazione Peace Spring, ha compiuto un passo fondamentale, tanto importante quanto lo è stata l'operazione di pace di Cipro del 1974" dichiara il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, che sottolinea la volontà di portare avanti l'attacco sino alla fine. Nel frattempo le forze di Assad stanno convergendo verso il confine turco da est e da ovest.
A pochi giorni dall'avvio dell'offensiva il bilancio è già drammatico con decine di vittime civili. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità gli sfollati interni sono ormai 200 mila, di cui 70 mila bambini.
Anche il presidente iraniano Hassan Rohani critica l'azione turca:
Il presidente americanoDonald Trumpconferma di voler agire solo attraverso le sanzioni in caso di gravi violazioni dei diritti umani, ostruzione al cessate il fuoco, minaccia alla pace, sicurezza e stabilità in Siria.
"Dopo aver sconfitto l'Isis - dice Trump - ho portato le nostre truppe fuori dalla Siria. Lasciamo che la Siria e Assad proteggano i curdi e combattano la Turchia per la loro terra. Chiunque voglia aiutare la Siria a proteggere i curdi - scrive in un tweet - per me va bene, che sia la Russia, la Cina o Napoleone Bonaparte. Spero che tutti facciano bene, noi siamo a 7000 miglia di distanza".