Tago, un fiume di polemiche. Gli ambientalisti portoghesi accusano: "La Spagna lo prosciuga"

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Di Giulia Avataneo
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Tago, un fiume di polemiche. Gli ambientalisti portoghesi accusano: "La Spagna lo prosciuga"

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Acqua, fonte di vita, di energia, ma anche fiume di polemiche, nel caso del Tago. Sul corso d'acqua più lungo della penisola iberica, che nasce in Spagna e si tuffa nell'oceano mille chilometri più a ovest, a Lisbona, si è aperta una diatriba tra il Portogallo e la Spagna.

ProTejo, movimento ambientalista, accusa la Spagna di non rispettare la convenzione del '98 che stabiliva i limiti per lo sfruttamento del fiume.

"Da inizio anno fino a luglio abbiamo visto un livello davvero basso, irregolare. In alcuni momenti era del tutto in secca - dice Paulo constantino, del movimento ProTejo - Ad agosto e settembre era di appena un terzo rispetto a quanto stabilito dalla convenzione di Albufeira".

Circostanze negate dalla stessa agenzia portoghese per l'ambiente: i valori annuali, mensili e settimanali sono tutti a norma - viene ribadito. 

ProTejo insiste: la Spagna ha infranto la convenzione, con conseguenze ecologiche e ambientali. Indiziati principali sono gli impianti idroelettrici. Diverse regioni dell'entroterra portoghese hanno dovuto fare i conti con la siccità. E questo, secondo i climatologi, è destinato a diventare la norma.

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