Ucrainagate, a Trump non basta Zelensky ora allarga anche al Presidente Xi

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Di Simona Zecchi
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La mossa arriva mentre alla Camera testimonia l'ex inviato Usa in Ucraina Kurt Volker, primo testimone dell'inchiesta di impeachment.

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Ucraina, Joe Biden e Trump. Ma non basta ora arriva anche la Cina: il capo della casa Bianca infatti ha rilanciato la sua richiesta di mettere sotto inchiesta Joe Biden, allargandolo alla Cina e insistendo sull'indagine in Ucraina. Alla domanda se ne avesse anche parlato con il Presidente XI, come fatto con Zelensky, Trump non conferma e ribadisce la legittimità come Presidente degli Stati uniti di chiedere che si indaghi sulla corruzione anche ad altri paesi.

Il riferimento è a un viaggio di Biden in Cina nel 2013, insieme al figlio che avrebbe incontrato il banchiere cinese Jonathan Li, suo partner in un fondo di private equity cinese. Fondo che stava creando proprio in quel momento. La licenza che autorizzò la nascita del fondo fu rilasciata dalle autorità di Shangai dieci giorni dopo il viaggio, con Hunter Biden come membro del board.

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Ma la Nbc, che ha dato la notizia, ha precisato che Hunter non è mai stato pagato come membro del board bensi ha acquistato quote solo dopo che suo padre aveva lasciato l'incarico.

Trump alla stampa infatti riferisce: "Non l'ho fatto, (parlato con Xi ndr) ma è certamente qualcosa sulla quale possiamo cominciare a pensare, sono sicuro che al presidente Xi non piaccia finire sotto esame per miliardi di dollari portati via al suo paese da una persona che era stata cacciata dalla Marina. Questa cosa ha un nome sa? Ed è tangente".

La mossa arriva mentre alla Camera testimonia l'ex inviato Usa in Ucraina Kurt Volker, primo testimone dell'inchiesta di impeachment.

Intanto il Dipartimento di stato americano nella serata di ieri (ora italiana) ha reso nota l'approvazione alla vendita all'Ucraina di 150 missili Javelin e le relative rampe di lancio ed attrezzature, per un costo stimato attorno ai 39, 2 milioni di dollari. Dell'operazione esiste un passaggio anche nella telefonata del luglio scorso per cui Donald Trump è accusato di aver fatto pressioni sul leader ucraino Voldymyr Zelensky. La vendita, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, sarebbe stata finalizzata prima della telefonata, ma i missili sono dello stesso tipo indicato nel colloquio telefonico. L'operazione sarebbe dunque frutto di accordi precedenti all'affaire.

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