Brexit, Johnson: "La mia proposta un compromesso positivo. L'alternativa è uscire senza deal"

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Di Simona Zecchi
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Il premier britannico al congresso Tory ha dedicato il suo intervento in gran parte alla politica interna e ai piani del governo. Sulla proposta che presenterà domani all'UE, pochi dettagli.

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"Take it or leave it", prendere o lasciare. È il senso dell'intervento di Boris Johnson al congresso di Manchester dove non ha anticipato nulla nel dettaglio riguardo alla proposta che presenterà oggi 3 ottobre a Bruxelles, ma ha ripetuto il suo mantra: "Non c'è alternativa, se l'Unione europea non accetta si esce senza accordo".

I dettagli della proposta erano stati anticipati dai media inglesi già nella giornata di Lunedì e hanno riguardato la questione spinosa del backstop con l'Irlanda. Due confini per 4 anni la formula circolata (che il Telegraph ha avuto in esclusiva) secondo cui l'Irlanda del Nord resterebbe soggetta alle regole comunitarie fino al 2025, per poi decidere se adottare gli standard britannici o meno.

Ma ecco l'unico riferimento al riguardo fatto da Johnson durante l'intero intervento:

"Oggi a Bruxelles stiamo portando sul tavolo delle proposte che sono un buon compromesso per entrambe le parti. Non vogliamo assolutamente che si reinstallino controlli alle frontiere dell'Irlanda del Nord o anche nelle vicinanze. Rispetteremo il processo di pace e l'accordo siglato al tempo (l'accordo del venerdì Santo ndr)".

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All'economia interna, di contro, il premier ha dedicato molto tempo definendo anche quale deve essere il solco del governo britannico in merito: il mercato libero, il capitalismo, perché è l'unico approccio che, secondo Johnson, "deve accompagnare l'azione del governo conservatore per aumentare la produttività e dare input all'economia del Paese". Ha poi aggiunto:

"Allo stesso tempo, il Regno Unito uscirà dall'Ue con il pieno controllo della propria politica commerciale sin dall'inizio".

Quanto alla Brexit, Johnson ha ripetuto il suo leit motiv (che stavolta si accompagna alla proposta di domani a Bruxelles, povera di dettagli al momento):

"Ciò che il mondo intero vuole è che ragioniamo sull'argomento in modo sereno e che andiamo avanti. Ed è per questo che usciremo dall'Ue il 31 ottobre".

Altri argomenti affrontati da Johnson con riferimento alla politica interna hanno riguardato le nuove tecnologie e il referendum:

L'Ue - secondo il premier - deve prepararsi ad accettare le nuove tecnologie e risolvere il problema della backstop utilizzandole, prevenendo così la questione dei confini "fisici" tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica irlandese.

Per quanto riguarda un secondo referendum sulla brexit, da sottoporre ai cittadini, come paventato dall'opposizione, Johnson lo ha escluso. "Un secondo referendum sull'Ue? Riuscite a immaginare che significa? Altri 3 anni in questo modo?", ha detto.

E ancora:

"Non abbiate dubbi al riguardo: l'unica alternativa è uscire senza accordo. Non è certo quello che vogliamo, ma lasciatemi dire, amici miei, è un risultato per il quale siamo pronti. "

L'opposizione ha subito replicato chiedendo a Johnson di "rispettare la legge" anti-no deal.

Le battute d'arresto del primo ministro britannico sono state diverse: senza una maggioranza a sostenerlo in parlamento e con diverse sconfitte alle spalle sulla Brexit, un partito che sta implodendo e la sentenza della Corte Suprema sulla sospensione del parlamento, per BoJo è tutto in salita.

Inoltre, l’entrata in vigore della legge per impedire il “no deal” avvenuta il 9 settembre - per cui oggi Corbyn spinge alle dimissioni- sarebbe stato l'alibi perfetto per le elezioni anticipate partendo in vantaggio: Johnson sarebbe apparso come il difensore della volontà popolare contro le titubanze del Parlamento. Ma l'opposizione ha cambiato in fretta idea rovinando i piani del primo ministro.

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