Brexit, ambasciatore polacco scrive ai connazionali: "Considerate l'ipotesi di ritornare a casa"

Brexit, ambasciatore polacco scrive ai connazionali: "Considerate l'ipotesi di ritornare a casa"
Diritti d'autore REUTERS/Toby Melville
Di Alice Tidey
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Non ha tutti i torti: la disoccupazione in Polonia era a luglio del 3,3%, leggermente inferiore al tasso del 3,8% del Regno Unito. Si prevede inoltre che Varsavia crescerà molto più rapidamente di Londra nei prossimi anni.

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L'ambasciatore polacco nel Regno Unito ha esortato i suoi compatrioti a "prendere seriamente in considerazione l'ipotesi di ritornare" nel loro paese d'origine in vista della Brexit.

In una lettera indirizzata ai polacchi che vivono nel Regno Unito, Arkady Rzegocki li ha avvertiti che la decisione unilaterale del paese di lasciare l'Unione Europea avrebbe comportato molti cambiamenti, inclusa "la libera circolazione dei cittadini UE e la documentazione del loro soggiorno nelle isole britanniche".

Il diplomatico ha sottolineato che ora gli emigrati polacchi dovranno fare domanda per la residenza permanente se vorranno rimanere nel Regno Unito dopo Brexit; nel farlo, ha indicato che solamente un 27% dei propri connazionali ha già preso le necessarie misure finora. 

"Questo basso livello è preoccupante: vuol dire che migliaia di cittadini polacchi possono essere a rischio complicazioni legate alla mancanza di regolamentazione del loro status", si legge nella missiva.

Secondo gli ultimi dati dell'Office for National Statistics (ONS), nel Regno Unito risiedono circa 3,6 milioni di cittadini europei. La comunità polacca è quella più numerosa con 832mila persone nel Regno Unito. Dietro ci sono i rumeni (392mila) e gli irlandesi (369mila).

Dati del governo britannico mostrano che, alla data del 31 luglio 2019, oltre un milione di cittadini UE e di loro familiari avevano presentato domanda di adesione al Settlement Scheme. Anche in questo caso, i polacchi sono la nazionalità più rappresentata ma le domande inoltrate sono state 179.800.

Rzegocki ha sottolineato che le domande dovranno "essere presentate entro la fine di giugno 2021, e nel caso in cui il Regno Unito lasciasse la UE senza un accordo, entro la fine del 2020". "Questo vale per tutti i cittadini non britannici, indipendentemente dal loro status attuale, compresi i residenti".

Ma l'ambasciatore ha fatto un secondo appello ai suoi compatrioti: "Vi incoraggio anche a considerare seriamente la possibilità di tornare in Polonia. L'economia in rapida crescita del nostro paese crea sempre più opportunità di sviluppo e buone condizioni di vita per i cittadini".

Secondo Eurostat, la disoccupazione in Polonia era a luglio del 3,3%, leggermente inferiore al tasso del 3,8% del Regno Unito.

Si prevede inoltre che la Polonia crescerà molto più rapidamente del Regno Unito e la Commissione europea stima che il prodotto interno lordo (PIL) polacco aumenterà del 4,4% quest'anno e del 3,6% nel 2020. Il PIL del Regno Unito, nel frattempo, dovrebbe crescere dell'1,3% in entrambi gli anni.

Ma il reddito netto medio equivalente - il reddito medio disponibile per tutte le famiglie al netto delle imposte e di altre detrazioni - in entrambi i paesi rimane comunque molto diverso. Nel 2017 (ultimo anno disponibile), i residenti nel Regno Unito hanno potuto contare su una media di 20.995 euro, mentre quelli polacchi su quasi un quarto di questa cifra, 5.945 euro.

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