"Stile di vita europeo? Giusto esserne orgogliosi, è finito il mito dell'american way of life"

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Il commissario europeo Johannes Hahn difende la scelta di nominare un delegato allo stile di vita e si dice preoccupato per il bilancio UE in caso di brexit no deal

L’austriaco Johannes Hahn, veterano tra i commissari europei, sta per entrare nel suo terzo mandato. È stato responsabile dell'allargamento negli ultimi cinque anni, ma sotto Ursula Von Der Leyen si assumerà la responsabilità del bilancio e dell'amministrazione, in un momento in cui il budget potrebbe subire forti pressioni a causa della Brexit.

È ospite di Darren McCaffrey in Global Conversation. Gli chiediamo se lo preoccupa l’eventualità di una brexit senza accordo e che impatto potrebbe avere sulla quantità di denaro che l'Europa avrà nel prossimo paio d’anni.

Il bilancio europeo e brexit

"Avrebbe un impatto molto forte sul budget 2020 perché lo abbiamo calcolato considerando il Regno Unito o almeno con una situazione di uscita con accordo. Quindi se andrà diversamente dovremmo riconsiderarlo e adattarlo a nuove sfide. Ma sono fiducioso, come tutti noi", spiega Hahn.

Ci saranno tagli?

"Il mio collega e amico Günther Oettinger, che è ancora incaricato, sta certamente trattando il problema ma è presto e credo che in primis dovremmo fare tutto il possibile per evitare un’uscita senza accordo perché non è nell’interesse di noi europei e nemmeno nell’interesse dei britannici.

Ma nei prossimi anni l’Europa spenderà meno soldi o i Paesi più ricchi contribuiranno con più risorse?

"Beh dipende dai negoziati, gli Stati membri e il parlamento devono prendere una decisione. Sono fiducioso che come sempre si troverà un buon compromesso".

I nuovi ingressi nell'Unione

Passiamo al problema che ha occupato gran parte del suo tempo negli ultimi cinque anni, il tema dell'allargamento dell'Unione europea. In realtà non è successo, qualcosa sembra essersi bloccato con quel veto a giugno per l'Albania. È deluso? È un fallimento personale?

"In primo luogo voglio dire che abbiamo iniziato il mandato con la famosa dichiarazione del presidente Jean Claude Juncker che non ci sarebbe stato alcun allargamento durante questo mandato; tuttavia abbiamo fatto molti progressi nell'ultimo paio d'anni in termini di preparazione dei Paesi a diventare membri dell'Unione. E nel caso della Macedonia settentrionale e dell’ l'Albania, ci dovrebbe già essere il via libera per l'avvio dei negoziati, credo che arriverà ad ottobre".

Può assicurare che a un certo punto, in un futuro non troppo lontano, si uniranno all’Unione europea?

"Ora si tratta di iniziare, cominciare con i negoziati. E dobbiamo considerare questo un processo. Non significa solo discutere in modo che assumano le leggi dell’Unione, perché poi queste devono essere implementate".

Parliamo di 5-10 anni?

"Spetta al Paese partner. Ad esempio nel caso della Serbia è necessario che si allinei alla politica estera europea, riguarda lo sviluppo economico".

Leggi qui per saperne di più dell'ingresso di Albania e Macedonia settentrionale

La nomina di un ungherese come commissario all'allargamento

Si afferma che fa parte delle responsabilità del commissario per l'allargamento il sostegno ai Paesi in fase di preadesione e l'attuazione di riforme democratiche ed economiche e il rispetto del diritto. Ora il candidato a subentrare nel suo posto è stato nominato da Viktor Orban e dal governo ungherese (László Trócsányi n.d.r.)Pensa che sia la giusta nomina per difendere lo stato di diritto?

"In primo luogo, il candidato stesso, penso che fosse un membro della Commissione di Venezia che è l'istituzione più rinomata in Europa e probabilmente in tutto il mondo che si occupa di questioni relative allo stato di diritto. In secondo luogo, ciascuno di noi, intendo ogni commissario, deve prestare giuramento all'Unione europea, ai suoi valori, al trattato, e deve essere un funzionario europeo".

Capirà che molti europarlamentari e tanti altri sono leggermente preoccupati per questo, perché l'Ungheria è un Paese sotto inchiesta per violazione dello stato di diritto e ora dovrebbe giudicare i Paesi candidati. Capisce queste preoccupazioni?

"Le capisco ma riguardano un individuo; questi deve presentarsi al parlamento europeo. Ci sarà sicuramente un’audizione difficile, alla fine gli europarlamentari dovranno riflettere e prendere la decisione necessaria. Confido che il mio collega si presenterà in modo convincente".

Ungheria e la procedura d'infrazione, leggi qui per saperne di più

Lo stile di vita europeo, una giusta delega

Una nuova posizione creata da Ursula Von Der Leyen è la protezione dello stile di vita europeo. Ha capito cosa significa?

"Come attuale commissario, non solo per l’allargamento ma anche per il vicinato, ho imparato qanto sia attraente l’Europa con il suo stile di vita. In Europa tutti possono perseguire i propri interessi, c’è la libertà di esprimersi, di riunirsi..."

Ma l'attuale presidente della commissione, il suo capo Jean-Claude Juncker, ha detto a Euronews che pensa che sia una cattiva idea. Crede che Ursula Von Der Leyen debba cambiare opinione?

"Lei ha presentato il suo programma all'inizio di luglio e proprio questa voce, proteggere lo stile di vita europeo, era una delle principali aree, ma nessuno ne discuteva. Solo un paio di giorni fa è diventato un argomento ed è stato ridotto alla questione delle migrazioni. L’immigrazione e la sua gestione sono uno dei tanti, molti elementi coperti da questo dossier. E ad essere onesti, offrire asilo, disporre di una procedura di valutazione adeguata basata sullo stato di diritto, anche questo fa parte del nostro stile di vita europeo. Abbiamo lo stato di diritto. Abbiamo standard su cui le persone possono fare affidamento".

Quindi lei pensa che questo titolo debba restare?

"Certo e penso le dobbiamo promuovere lo stile di vita europeo. Ieri in un dibattitto con i nostri nuovi colleghi, ho detto che ricordo quando ero bambino, adolescente, si ammirava davvero lo stile di vita americano. Le cose sono cambiate lì e credo che possiamo essere orgogliosi. Dovremmo essere orgogliosi e credere nello stile di vita europeo".

Abbiamo visto la foto di tutti voi l’altro giorno e ora c’è la parità di genere che credo sia benvenuta. Ma una cosa non c’era: ogni singolo commissario è un bianco. Non è un po’ imbarazzante, quasi vergognoso per l’Unione che non ci sia e non ci sia mai stato un commissario non bianco?

"Beh non oggi, non in questa commissione, ma non escludo che ci sarà in futuro"

È il 2019!

"Dipende anche da come è strutturata la politica e non dagli Stati membri. Gli aspetti più importanti sono la qualità e l'esperienza dei candidati e non dovremmo fare differenze su chi è di questo o quest’altro gruppo etnico. Penso che l'Europa sia davvero colorata. Dobbiamo farne parte. Costituisce il nostro stile di vita europeo. E quindi sono abbastanza fiducioso che la prossima volta l'immagine potrebbe essere molto più colorata di oggi".

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