Resa dei conti davanti alla Corte suprema sulla Brexit

Resa dei conti davanti alla Corte suprema sulla Brexit
Di Giulia Avataneo
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Attesa a inizio settimana la decisione sulla legittimità della sospensione parlamentare chiesta da Johnson. I suoi avvocati: "Il governo si adeguerà alle decisioni della Corte".

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Resa dei conti sulla Brexit. Davanti alla Corte suprema di Londra si decide se la richiesta di sospensione del parlamento per cinque settimane, da parte del primo ministro Boris Johnson, sia legittima o meno. Ad aprire il dibattito le rivendicazioni anti Brexit, capeggiate dall'avvocato Gina Miller, che dalla sua ha già un'importante vittoria:  il fatto che l'accordo con l'Unione europea debba essere approvato dal Parlamento.

"Nessun primo ministro ha mai violato la legge fino a questo punto negli ultimi 50 anni", ha detto in aula lord David Pannick, legale di Miller.

Anche se la richiesta di sospensione di Johnson è stata firmata dalla regina, la Corte suprema di Edimburgo l'ha già dichiarata illegittima. Un parere non vincolante ma che comunque sarà ascoltato dai giudici di Londra

Sentenza a inizio settimana

"Se secondo questa corte il consiglio del primo ministro è stato illegittimo, farà ogni passo necessario per ottemperare alle richieste delle magistratura", ha assicurato l'avvocato di Stato, lord Richard Keen.

La mossa di Boris Johnson, studiata per mettere fuori gioco il parlamento e blindare la Brexit il 31 ottobre, non è bastata per evitare che Westminster approvasse **una mozione che esclude l'uscita senza accordo.
**

Il caso sarà dibattuto per altri due giorni; il verdetto è atteso all'inizio della settimana prossima. Se il primo ministro perdesse, come è successo davanti alla Corte scozzese la scorsa settimana, i parlamentari potrebbero tornare a Westminster prima del 14 ottobre.

Il momento chiave potrebbe arrivare domani, quando l'ex premier John Major renderà testimonianza alla Corte. Colpisce che sia un ex primo ministro conservatore ad essersi schierato contro Johnson, anche se la questione che ha sempre diviso i conservatori.

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