La Spagna torna alle urne. Falliti i tentativi di Sánchez di formare un governo

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Di Giulia Avataneo
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Nel paese iberico sarà la quarta elezione in quattro anni

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La Spagna tornerà alle urne per la quarta volta in quattro anni. Dopo quasi cinque mesi di trattative il socialista Pedro Sánchez, che ad aprile aveva ottenuto il 28% dei consensi, non è riuscito a trovare un accordo per formare un governo.

Al termine delle consultazioni Felipe di Spagna ha annunciato che non affiderà alcun incarico, ma si andrà a elezioni anticipate, a novembre. Una crisi su cui ha pesato la mancata intesa tra Sanchez e la sinistra di Pablo Iglesias, leader di Podemos, fra vari punti tra cui l'indipendenza catalana.

L'ultimo tentativo risale a inizio settembre, quando Sánchez aveva proposto un programma di 300 punti a Iglesias, che a luglio aveva negato la fiducia al premier incaricato per non aver ottenuto alcuni ministeri. Pochi giorni fa Sanchez aveva offerto a Podemos diversi ruoli chiave, ma nessun ruolo nel Consiglio dei Ministri.

Senza esito anche le trattative con il Partito popolare, di centrodestra, e Ciudadanos, formazione emergente di centro, che avevano ottenuto rispettivamente il  17 e il 16% dei voti. Podemos aveva raccolto invece il 12% dei consensi.

"Pedro Sánchez commette un enorme errore storico - è stato il commento di Iglesias - costringendo alle elezioni per l'ossessione di monopolizzare un potere assoluto che gli spagnoli non gli hanno dato".

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