Dure reazioni all'annuncio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che in piena campagna elettorale (si vota il 17 settembre) promette - se verrà rieletto - l'annessione a Israele della Valle del Giordano. Intanto deve "fuggire" da un comizio vicino a Gaza, dopo un allarme anti-missili...
Suonano le sirene di un possibile attacco missilistico e Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, viene fatto allontanare dal palco del comizio del suo partito LIkud ad Ashdod, non lontano da Gaza.
Due razzi palestinesi sono stati poi intercettati dal sistema di difesa antimissili Iron Dome.
Succede durante la campagna elettorale per le elezioni del 17 settembre (le seconde di quest'anno, all'apice di sei mesi di crisi politica), dopo che Netanyahu - in un incontro a Ramat Gan, vicino a Tel Aviv - ha promesso ai suoi elettori l'annessione della Valle del Giordano, estendendo la sovranità di Israele sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Dure reazioni
Dure le prime reazioni, proveniente in particolare da Turchia e Giordania, ma anche dal segretario generale della Lega Araba.
No di Turchia e Giordania
Turchia e Giordania bocciano i piani del premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Per il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu "la promessa di Netanyahu, che invia messaggi elettorali illegali, illegali ed aggressivi, è quella di uno stato razzista, con l'apartheid".
Per Ayman Safadi, ministro degli Esteri giordano, la mossa "spingerebbe l'intera regione verso la violenza".
Attacco israeliano
In risposta ai due razzi palestinesi lanciati durante il comizio di Netanyahu, Tel Aviv fa sapere che nella notte "aerei da combattimento delle forze israeliane hanno attaccato 15 obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui una fabbrica di armi, un complesso militare di forze navali e un tunnel usato da Hamas".