Parlamento britannico: un deputato lascia, Boris Johnson perde la maggioranza assoluta

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Di Euronews
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Boris Johnson perde la maggioranza assoluta in Parlamento, con la defezione di un deputato conservatore. Phillip Lee siede ora coi Lib Dems

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La resa dei conti sulla Brexit tiene banco in Parlamento nel giorno della riapertura dopo la pausa estiva. In serata l'opposizione metterà sul tavolo una mozione per prendere il controllo del calendario dei lavori. Se ci riuscisse, mercoledi proverebbe a far passare una legge per evitare l'uscita dall'Unione europea senza un accordo, a meno che non ci sia l'approvazione della Camera dei Comuni.

Nel suo intervento in Parlamento Johnson ha invitato i deputati a non votare a favore della mozione e ha ribadito che allo scorso G7 sono stati fatti dei passi avanti nelle trattative. "In una lettera inviata il 19 agosto al presidente Tusk - ha detto il premier - ho spiegato i motivi per cui il nuovo accordo di recesso non deve comprendere un meccanismo antidemocratico come il backstop".

In realtà, stando a più fonti all'interno dell'Unione europea, la trattativa è sempre in fase di stallo: da Londra non sarebbe ancora arrivata nessuna proposta alternativa al backstop.

Nel suo botta e risposta con il premier il leader dei laburisti Jeremy Corbyn ha fatto presente a Johnson che il suo ottimismo non trova riscontri a Bruxelles.

"Dopo i recenti incontri con i leader europei - ha detto il leader dei laburisti - il primo ministro si è mostrato ottimista e ha detto che le probabilità di un accordo erano aumentate. Il suo ottimismo però non è condiviso dalle persone che hanno partecipato a quegli incontri".

Johnson intanto ha dovuto incassare la defezione del conservatore Philip Lee, che con il suo passaggio ai liberldemocratici ha fatto perdere al premier la maggioranza assoluta in parlamento. Un nuovo tradimento dopo quello della fronda di deputati guidata dall'ex ministro delle finanze Philipp Hammond, che stasera sembra intenzionata a votare a fianco dell'opposizione a favore della mozione.

Fonti all'interno del governo hanno fatto sapere che se la legge per evitare il no-deal dovesse essere approvata dal Parlamento, il premier presenterebbe a sua volta una mozione per chiedere lo scioglimento della Camera dei Comuni e andare ad elezioni anticipate il 14 ottobre.

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