La Mostra del Cinema di Venezia fra memoria e futuro

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I grandi temi, che hanno radici nella storia, in corcorso al festival lagunare

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Chi ha visto la Gorgone, non è tornato per raccontare, o è tornato muto. Come ha scritto Primo Levi, scampato ad Auschwitz, così l'ha pensato e realizzato, per immagini in bianco e nero, **Václav Marhoul, regista di The Painted Bird, '**L'uccello dipinto', che racconta la storia di un bambino ebreo e dell'odissea che affronta per salvarsi, da solo, attraverso un modo ostile. In mostra a Venezia, The Painted Bird è in realtà tratto dall'omonimo romanzo del 1965 dello scrittore polacco Jerzy Kosinski. La realizzazione del film è stata complessa: ben 17 diverse stesure della sceneggiatura con il set si è spostato in 43 differenti location attraverso l'Europa dell'Est.

Il regista svedese Roy Andersson (vincitore del Leone d'oro 2014 con "Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza") ha invece portato alla Mostra del Cinema "Endlessness", una riflessione sulla vita umana, tra splendore e banalità. In una dimensione onirica, la voce narrante - come una nuova Shahrazād - affida a mille e una storia i grandi e piccoli eventi del quotidiano

In sincronia perfetta con le proteste che nelle ultime settimane scuotono Hong Kong e la Cina, è sbarcato in Laguna "No. 7 Cherry Lane", film d’animazione dell’esordiente Yonfan, ambientato nel 1967 proprio nell'ex colonia britannica, dove Ziming, giovane studente di architettura, è combattuto tra l’amore per la signora Yu e la figlia di lei, Meiling.

"Sono andato a Hong Kong e ho sentito l'odore della libertà - ha raccontato Yonfan in conferenza stampa - quando è arrivato il 1967, questo periodo turbolento a Hong Kong, avevo 20 anni: ero molto coinvolto e commosso da quanto stava accadendo".

"No. 7 Cherry Lane" è un manifesto generazionale: uno scatto che fissa le trasformazioni culturali avvenute durante gli anni del fermento giovanile. Una storia che ha riflessi nei rivolgimenti, che animano Honk Kong oggi.

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