Governo, "passi avanti" nel vertice di sabato

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Diritti d'autore REUTERS/Ciro de Luca
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Dopo il colloquio con il Capo dello Stato, l'incontro sul programma tra le delegazioni Pd-5 Stelle e il premier incaricato

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Il premier incaricato Giuseppe Conte si è recato questo sabato al Quirinale, a colloquio con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Dopo ha incontrato il M5S e il Pd. 

"Passi avanti"

"Fatti passi avanti", ha detto il capogruppo alla Camera del Pd, Graziano Delrio all'uscita dall'incontro. Il presidente dei senatori 5 stelle, Stefano Patuanelli, ha assicurato: "La ricognizione con Conte è andata bene. Ci sarà un nuovo incontro con il Pd nelle prossime ore". E Francesco D'Uva, presidente dei deputati: "Si sta lavorando per andare avanti. I tempi? Il prima possibile".

"Sì al nostro programma o non si parte"

Nella giornata di venerdì sembrava che le trattative fossero arrivate a un punto morto, dopo l'aut aut di Luigi di Maio. Dopo l'incontro con il premier incaricato, il leader dei 5 stelle ha dettato le sue condizioni, prospettando un rapido ritorno alle urne se alcuni punti del programma Cinque Stelle, definiti imprescindibili, non fossero stati inseriti nel programma di governo.

"O siamo d'accordo a realizzare i punti del nostro programma o non si va avanti - ha detto Di Maio -. Non guardiamo a un governo solo per vivacchiare, consideriamo alcuni dei punti del documento imprescindibili. Abbiamo riassunto i nostri prinicipali obiettivi in un documento che abbiamo consegnato al presidente del Consiglio. Alcuni di questi li consideriamo imprescindibili. Se entreranno nel programma di governo allora si potrà partire, altrimenti sarà meglio tornare al voto il prima possibile".

Il documento presentato a Conte si articola in 20 punti: tra questi il no ad una patrimoniale, scongiurare l'aumento dell'Iva, la revoca delle concessioni autostradali ad Atlantia e portare a termine la riforma sul taglio dei parlamentari. Resta anche la distanza sui decreti sicurezza approvati dal primo governo Conte. Diversi esponenti del Partito Democratico spingono per la loro abrogazione, da Di Maio però non è arrivata nessuna apertura: i decreti non si toccano, ha ribadito il leader dei Cinque Stelle.

Le reazioni al quasi ultimatum

L'intervento del leader politico dei Cinque Stelle ha spiazzato i vertici del Partito Democratico. "Incomprensibile la conferenza stampa di Luigi Di Maio. Ha cambiato idea? Lo dica con chiarezza", ha scritto in tweet il vicesegretario Pd Andrea Orlando. Ci va giù pesante anche il deputato dem Matteo Orfini: "Un governo che difende la ratio del dl sicurezza è un governo al quale vota la fiducia Salvini. Non il Pd".

La retromarcia

Poi in una nota Luigi Di Maio venerdì ha chiarito: nessun ultimatum, siamo interessati al programma.

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