Vytautas Tamošiūnas, il pilota che ruppe il blocco aereo sovietico per lanciare fiori sulla folla

Il biplano di Vytautas Tamošiūnas lancia il suo carico sulle persone in festa
Il biplano di Vytautas Tamošiūnas lancia il suo carico sulle persone in festa
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Di Linas Jegelevicius
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Il 23 agosto 1989, un pilota lituano sfidò il divieto del KGB, salì su un aereo carico di fiori e li lanciò su una catena umana di due milioni di persone.

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Al tramonto del potere sovietico, il 23 agosto 1989, due milioni di persone formarono una catena umana lunga 675 km attraverso Estonia, Lituania e Lettonia. Quel giorno, le autorità avevano proibito categoricamente ogni sorvolo della zona. Quando sulla folla apparve un aereo, un biplano Antonov An-2, nessuno sapeva cosa sarebbe potuto succedere.

All'improvviso, volando sulla folla, il pilota Vytautas Tamošiūnas rilasciò il suo carico: girasoli, lillà, gladioli. Una pioggia di fiori calò dall'alto sui manifestanti.

"Non credo di essere un eroe", commenta oggi Tamošiūnas, intervistato da Euronews. "C'era nell'aria la sensazione che l'Unione Sovietica sarebbe presto crollata e in molti allora hanno provato a stuzzicare il leone morente."

Il pilota racconta che ad avere l'idea del lancio di fiori fu Algimantas Norvilas, che in futuro sarà uno dei firmatari del trattato del 1990 che riconobbe l'indipendenza della Lituania dall'URSS.

“C'era stata un'ingiunzione per l'annullamento di tutti i voli quel giorno, compresi quelli regolari della compagnia di stato Areoflot, ma nessuno mi aveva imposto personalmente di rimanere a terra. Allora mi dissi che, dopotutto, non avrei fatto nulla di male.” 

La notte del 22 agosto, il giorno prima della catena umana, Tamošiūnas e il collega pilota Kazimieras Šalčius ridipinsero la coda dei loro areoplani con i colori della bandiera lituana: giallo, verde e rosso.

Vytautas Tamošiūnas

"Solo poche persone erano a conoscenza del nostro piano per il 23 agosto, ovviamente non volevamo dire a nessuno la rotta la quota a cui avremmo volato, nè chi fosse il nostro secondo pilota o dove saremmo atterrati per rifornirci eccetera. Abbiamo preso queste precauzioni per non subire provocazioni o sabotaggi," spiega.

Vytautas Tamošiūnas decollò dall campo di volo di Pociūnai aerodrome, vicino a Kaunas. I fiori erano stati raccolti in giro per tutta la Lituania e trasportati clandestinamente fino alla pista.

Dopo aver lanciato tutti i fiori caricati, il pilota atterrò a 70 km di distanza, vicino a Ukmerge, per prendere il secondo carico.

“Erano così tanti i fiori accumulati a Ukmerge che sono dovuto atterrare e decollare almeno sette volte per caricarli e lanciarli tutti. In seguito, scoprii che erano serviti 12 camion per portarli tutti fino a lì. Finito il grosso dei fiori, i rimanenti li gettammo sopra le basi militari sovietiche", aal termine di un volo non privo di rischi, a bassissima quota (10 o 12 metri dal suolo), sopra la testa delle persone, facendo costantemente attenzione per evitare i tralicci della corrente.

Dopo l'ultimo atterraggio, Tamošiūnas e il suo aereo furono circondati da agenti del KGB, che gli sequestrarono ogni effetto personale, l'aereo e gli strapparono il brevetto di volo. Tuttavia non lo arrestarono, solo gli imposero di venire a testimoniare alla locale stazione del KGB. Gli agenti non furono troppo duri, anche perchè secondo Tamošiūnas erano più preoccupati di andarsene velocemente dalla Lituania prima dello smembramento definitivo dell'Unione Sovietica, per timore di venire processati per le proprie azioni.

Il volo costò al pilota la sua licenza di volo e la sua macchina fotografica, presente tra gli effetti che gli furono sequestrati, ma l'anno seguente i paesi baltici avrebbero finalmente guadagnato l'indipendenza.

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