Backstop o non backstop, questo è il problema

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Di Stefania De Michele
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Brexit: ancora tira e molla sul confine irlandese

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Politica creativa, è quella che chiede il premier britannico Boris Johnson ai partner europei per superare l'impasse sulla Brexit. Da Downing Street all'Eliseo, non prima di aver fatto visita, mercoledì scorso, alla Cancelliera Angela Merkel, Johnson ribadisce la necessità di rivedere l'accordo negoziato da Theresa May con l'Unione Europea.

"Con energia e creatività possiamo trovare una via d'uscita", ha detto il Primo Ministro, con particolare riferimento al backstop irlandese, il sistema per evitare che venga eretto un confine fisico fra Irlanda e Irlanda del Nord.

Il nervo scoperto del backstop irlandese

Dopo la Brexit, il confine irlandese diventerebbe l'unica frontiera di terra fra la Gran Bretagna e l'Unione europea (Irlanda del Nord e Repubblica d'Irlanda). Oggi, in Irlanda, vige circolazione reciproca di merci e cittadini, ma dopo la fuoriuscita del Regno Unito dall'Ue, scatterebbero regole doganali differenti.

I confini non piacciono né a Londra né a Bruxelles: una frontiera rigida causerebbe una netta flessione degli scambi interni, pari a circa 3 miliardi di euro nel 2016, e riacutizzerebbe vecchie tensioni sopite dopo l'Accordo del Venerdì Santo.

Il cosiddetto backstop garantisce che non sarà realizzato alcun confine rigido fra Irlanda e Irlanda del Nord nel caso in cui Regno Unito e Ue non riescano a definire regole condivise in relazione ai rapporti commerciali sul lungo periodo: l'Irlanda del Nord rientrerebbe in pieno nell'unione doganale e dovrebbe, in aggiunta, rispettare alcune norme del mercato unico europeo.

L'accordo di backstop ha sollevato un vespaio di polemiche, sia da parte dei sostenitori della Brexit a ogni costo che degli unionisti nordirlandesi.

La posizione del presidente Macron

"Voglio dire che gli elementi chiave di questo accordo, come il backstop irlandese, non sono solo vincoli tecnici o cavilli giuridici - ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron, in occasione della visita del premier britannico Johnson - ma vere e indispensabili garanzie per preservare la stabilità in Irlanda, l'integrità del mercato unico che è alla base del progetto europeo e che è parte integrante di questo patto, negoziato a lungo".

Macron ha però anche aggiunto di essere disposto a "migliorare" la dichiarazione politica, il documento che definisce le future relazioni del Regno Unito con l'UE.

Berlino prima e Parigi poi hanno dunque invitato Johnson a trovare una soluzione alternativa entro trenta giorni. Con un chiaro messaggio sulle responsabilità dell'eventuale strappo: se ci sarà una Brexit senza accordo, sarà perché il premier britannico non ha saputo proporre un'alternativa credibile al backstop.

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