Crisi governo, Salvini tira fuori il rosario e ci vota alla Madonna. "Mostraci le stimmate!"

Crisi governo, Salvini tira fuori il rosario e ci vota alla Madonna. "Mostraci le stimmate!"
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Di Lillo Montalto Monella
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Passo indietro della Lega, ma il governo non si salva e Conte va a riferire da Mattarella

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Nel bel mezzo della crisi di governo più pazza della Repubblica italiana, mentre il Presidente del Consiglio attacca il suo vice Salvini, che sta lì accanto (intento, come viene segnalato qui, a "far faccine a favor di telecamera"), all'improvviso nell'aula del Senato spunta il rosario. Ed è subito apocalisse.

Mentre Conte non gliele manda a dire, criticando chi ha responsabilità di governo e usa simboli religiosi durante i comizi - "rischiando di offendere il sentimento dei credenti e di oscurare il principio di laicità dello stato moderno" - il diretto interessato, Matteo Salvini, tira fuori la filza di pallottoline per le 150 Ave Marie canoniche e la bacia platealmente - sempre a favor di telecamera.

Più tardi, per sgombrare il campo dai dubbi e rispondere alle accuse di opportunismo, specifica di non chiedere la protezione del "Cuore immacolato di Maria" per se stesso, ma di chiedere la protezione del "Cuore immacolato di Maria per il popolo italiano".

Durante l'intervento del capo, l'oggetto di culto è sventolato anche dal senatore della Lega, Simone Pillon, e dal ministro degli affari europei Lorenzo Fontana.

Nella bagarre, le perle: un senatore del Pd che urla al leader del Carroccio "mostraci le stimmate" e la presidente Elisabetta Alberti Casellati che ricorda affannosamente all'Aula come non sia consentito esporre in Aula simboli religiosi.

I minuti scorrono e lo psicodramma politico si consuma tra urla, fischi e striscioni con la scritta "Bravo Capitan Findus, bacioni".

L'omelia finale se la intesta Nicola Morra, senatore pentastellato: "In Calabria - e qui parlo in veste di presidente della Commissione antimafia - ostentare il rosario e votarsi alla Madonna, lì dove c'è il santuario della Madonna di Polsi a cui la ndrangheta ha deciso di consegnarsi, significa mandare messaggi in codice a certe forze che gli uomini di stato devono combattere e non favorire. Ma sicuramente è stato per ignoranza, non era sua intenzione".

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