New York, attacchi 9/11: la (presunta) mente pronta a collaborare

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Di Agenzie
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Khalid Sheikh Mohammed si offre di collaborare con i querelanti nella causa contro l'Arabia Saudita, da loro accusata di complicità negli attentati, se il governo Usa rinuncerà a chiedere la pena di morte contro di lui alla commissione militare di Guantanamo.

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Un patto fra la presunta mente dietro gli attacchi dell'11 settembre a New York, Khalid Sheikh Mohammed e i familiari delle vittime. L'uomo si offre di collaborare con i querelanti nella causa contro l'Arabia Saudita, da loro accusata di complicità negli attentati, se il governo Usa rinuncerà a chiedere la pena di morte contro di lui alla commissione militare di Guantanamo.

Ritratti provenienti da udienze del processo sugli attentati

L'offerta è stata depositata presso la corte distrettuale di Manhattan in un documento dove Mohammed accusa il governo saudita di aver contribuito a coordinare gli attacchi del 2001. Accusa sempre respinta dall'Arabia Saudita.

 Gli avvocati dei querelanti hanno richiesto le deposizioni di tre dei cinque detenuti di Guantanamo accusati degli attentati.

Intanto Trump ha firmato la legge per le mantenere i benefici compensativi a pompieri, poliziotti ed altri soccorritori dell'11 settembre che rimasero feriti o subirono malattie in seguito ai loro interventi. Il provvedimento era stato approvato in modo bipartisan dal Congresso. La misura autorizza i finanziamenti federali sino al 2092.

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