A Bologna i clochard diventano guide e raccontano la città ai turisti

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Di Filippo Fiorini
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Alle spalle di questi ciceroni da marciapiede ci sono storie dure: Il Biagio vive in un container da quattro anni; Samanta ha perso casa in uno sfratto esecutivo e vive lontano dai figli; Giuseppe ha passato interi anni alla stazione dei treni. Oggi insegnano a guardare la città con occhi diversi.

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È stata la prima città occidentale ad istituire un corso universitario, la prima in tutto il mondo ad abolire la schiavitù e, da qualche giorno, Bologna è anche uno dei primi posti in cui è possibile fare un giro per il centro guidati da tre homeless. Rimasti senza casa e senza lavoro, i protagonisti di questa iniziativa si sono rimboccati le maniche, hanno studiato e, se il successo delle prime uscite sarà confermato, diventeranno presto i primi operatori di una start-up che nasce dalla collaborazione tra diverse entità (pubbliche, private e cooperative) del territorio locale.

Alle spalle di questi ciceroni da marciapiede ci sono storie dure. Daniele detto "Il Biagio" vive in un container da quattro anni. È stato un dipendente statale ed è una persona istruita, ma questo non è bastato. Samanta ha perso la casa in uno sfratto esecutivo. Ora soggiorna in un alloggio affidatole dai servizi sociali, lontano dai figli e senza certezze per il futuro, ma ha anche fatto tesoro della sua lunga esperienza nel teatro e imprime un tono recitato alle descrizioni di monumenti che segnala. Giuseppe, invece, ha passato anni interi alla stazione dei treni e le notti su un autobus sonnecchiando sul riscaldamento: faceva il cuoco, ha un diploma da geometra, ma un prestito mai restituito l'ha gettato sul lastrico.

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Il tour, che va in scena il giovedì sera alle 20,00 fino al primo agosto e riprenderà poi a settembre, parte dalla pinacoteca della Quadreria, sede di ASP, l'ente pubblico e benefico che, in collaborazione con l'associazione di senzatetto Piazza Grande e la Confcommercio di Bologna, ha dato vita al progetto “Gira La Cartolina”: un nome che invita i visitatori ad osservare anche l'altro lato della medaglia, in una città ricca di bellezze. La stessa Quadreria è un luogo simbolico per le persone che la raccontano: «Un tempo Opera dei Poveri Vergognosi - spiega al pubblico Il Biagio - era il luogo in cui i bolognesi caritatevoli gestivano gli aiuti verso i loro concittadini un tempo benestanti, poi caduti in disgrazia» e lo dice quasi come parlasse di sé.

Samanta, d'altra parte, ha la capacità di interpretare i quadri di scuola bolognese esposti all'interno del museo, come se fosse in corso una rappresentazione teatrale. Poi, per strada, richiama l'attenzione dei turisti sulla presenza dei senzatetto accovacciati sul marciapiede: «Non ignorateli - invita - sorridetegli, dategli il buongiorno come fareste con chiunque altro». Lei, per fortuna, a dormire sul suolo pubblico non c'è mai finita, ma Giuseppe, dopo aver raccontato i trascorsi risorgimentali che vanta il Parco della Montagnola ed aver svelato anche un falso nell'arredo in bronzo Ottocentesco, arriva in stazione, dove ha vissuto da clochard, e a stento non si commuove.

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