Nuova bocciatura per Pedro Sánchez: il leader socialista non potrà formare il nuovo governo

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Diritti d'autore REUTERS/Jon Nazca
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Di Simona Zecchi
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124 voti a favore, 156 i contrari. Gli astenuti, tra i quali Podemos, sono stati 66

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Il leader socialista Pedro Sánchez non ha ottenuto la maggioranza necessaria per ottenere l'incarico a formare un nuovo governo in Spagna nel secondo voto al Congresso.

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Centoventiquattro voti a favore, 156 contro e 66 astenuti: sfuma così, anche questa volta, la possibilità di un governo socialista in Spagna a sole 48 ore dal primo no e con gli stessi voti favorevoli.

Sánchez avrà a disposizione altri due mesi per tentare l’impresa, altrimenti il Paese tornerà alle urne per la quarta volta in quattro anni il prossimo 10 novembre.

Secondo il quotidiano spagnolo, EL PAÍS, Il re dovrà chiamare un altro giro di consultazioni con i partiti che hanno ottenuto la rappresentanza parlamentare il 28 aprile, dopo la bocciatura del candidato socialista da parte del Congresso. Con il rifiuto della Camera, l'offerta fatta dal re a  Sánchez, il 6 giugno scorso, infatti non è ormai valida. Il capo dello Stato deve dunque fare un altro passo per riavviare il processo e capire se ci sarà qualche possibilità di sopravvivenza per la XIII legislatura.

In caso positivo, il dibattito sull'investitura dovrà svolgersi prima del 23 settembre, giorno in cui le Cortes dovrebbero sciogliersi.

Il leader del Psoe, che via twitter manda un messaggio di speranza, paga il mancato accordo a sinistra con Podemos, guidato da Pablo Iglesias, accordo che sembra venuto meno per il dissenso sulla distribuzione dei vari ministeri. Nodo rimasto fino alla fine questo dei ministeri, che il partito di Pablo Iglesias voleva per sé, a cominciare da quello del Lavoro.

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