Ue: confronto tra Est e Ovest alla conferenza di Batumi

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Di Euronews
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A tenere banco anche le incertezze sul voto del 16 luglio sula nomina della nuova Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen e le critiche sul metodo seguito dal COnsiglio per la sua designazione. Maggioranza incerta a Strasburgo.

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Le distanze, che a tratti diventano divergenze, tra i Paesi dell'Europa occidentale e quelli dell'est hanno fatto comprenisbilmente irruzione al tavolo della Conferenza di Batumi, in Georgia, dove si celebra il decimo anniversario del partenariato dell'Unione Europea con i paesi della regione: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina.

Per Pavel Fischer del Comitato per la difesa e la sicurezza del Senato della Repubblica Ceca: "Il quadro dei valori europei è messo oggi in discussione dalle grandi imprese, dal grande capitale, dalla federazione russa e dal processo di manipolazione delle elezioni, ma anche dalle tecnologie cinesi. Dobbiamo essere chiari su questo punto, dobbiamo restare uniti e attenerci ai nostri principi, solo cosi possiamo vince davvero. "

Un dibattito che coinvolge anche la prossima nomina del Presidente della Commissione, la candidatura della tedesca Ursula Von der Leyen, e il modo in cui è stata indicata dai vertici europei, che non è piaciuto a molti. Per l'ex presidente del Parlamento di Strasburgo, Martin Schultz, è stata una vittoria per Orban e Company.

Per la vice presidente del Bundestag tedesco, Claudia Roth, Von der Leyen non è "abbastanza ambiziosa in tema di ambiente, ma anche sul processo di democratizzazione e sul tema del nuovo sistema elettorale. Il gruppo dei Verdi a Strasburgo, a quanto mi risulta dice - non la appoggerà, non a causa di Orban, ma per la sua vaghezza di fronte a domande cosi importanti".

Tra i suporters della Commissaria designata, il coordinatore del partito popolare per la Commissione Affari Esteri Michael Gahler, secondo cui se si fosse data un'indicazione piu' chiara al Consiglio, i suoi margini di discrezionalità sarebbero stati molto inferiori. Adesso, dice, "bisogna fare i conti con questa reazione".

Von der Leyen ha bisogno di almeno 374 voti su 747 deputati in carica, ma socialisti e liberali hanno avanzato piu' di un dubbio. Sulla carta 400 i si certi, poco piu' del necessario, tra cui quelli di Orban e, piccola nota italiana, probabilmente quelli di Lega e 5 stelle. il 16 luglio il responso dell'aula.

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