Francia: sì alla web tax

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Il Parlamento francese dà il via libera alla tassazione di servizi dei big di internet

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Con il sì del Senato, il Parlamento francese dà il via libera ad una web tax per i colossi di internet. Prevede un'imposta del 3% su imprese come Google, Amazon, Facebook e Apple, con un giro d'affari mondiale di almeno 750 milioni di euro, dei quali 25 in Francia. Si applicherà retroattivamente dal 1 gennaio del 2019 e sono attese entrate fiscali per 400 milioni di euro nell'anno corrente e 650 nel 2022.

Il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha parlato di misura temporanea, perché l'obiettivo è definire una tassazione a livello mondiale in sede Ocse nel 2020, dopo il fallimento a marzo di un accordo europeo, a causa dell’opposizione di Irlanda, Svezia, Danimarca e Finlandia.

Alla vigilia del voto francese gli Stati Uniti hanno annuciato un'inchiesta per capire se la tassa francese costituirà un danno per le aziende americane, non escludendo possiili rappresaglie.

Ma la Francia non è sola. La Legge di Bilancio italiana del 2019 prevede una web tax con parametri simili, che tuttavia attende il decreto attuativo. E proprio in queste ore il Regno Unito ha reso pubblico un progetto di legge che tassa del 2% alcuni servizi digitali dei big di internet.

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