Le sfide di madame Christine

 Christine Lagarde
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Di Alberto De Filippis
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Cosa si troverà ad affrontare la nuova presidentessa BCE

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Comunque la si pensi Christine Lagarde, nuova signora della BCE e successore dell'taliano mario Draghi, costituisce un'inversione a 180 gradi rispetto al suo predecessore. A partire dalla comunicazione. Draghi, capacissimo, ma abbastanza dimesso burocrate, dopo la crisi globale del 2008 e dell’euro area ha usato strumenti non convenzionali come l'acquisto massiccio di titoli di Stato, mantenendo tassi di interesse estremamente bassi. Christine Lagarde, ex presidentessa della Banca Mondiale è tutto il contrario. Politica, instancabile negoziatrice, che però si troverà a dover smaltire ad esempio un enorme portafoglio di titoli acquisiti e dovrà anche iniziare ad aumentare i tassi di interesse controllati dalla Bce, giunti ad essere negativi. Questo vuol dire ad esempio che fare un mutuo costerà più caro se dovesse accadere.

Tendente a una visione più aggressiva, Lagarde aveva detto quest'anno: "Riteniamo perché l'economia globale continui a funzionare bene è necessario un sistema commmerciale più aperto, trasparente e con regole certe".

Più facile a dirsi che a farsi dopo le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e la Cina, con l'Europa sempre più vaso di coccio in mezzo ad otri di ferro e con il vecchio continente a dover fronteggiare la Brexit e la crisi economica di alcun dei suoi stati membri. Resta da vedere se lo charme di madame Lagarde potrà prevalere contro tutto questo.

I suoi sostenitori ne sono convinti. I suoi detrattori l'aspettano al varco

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